Pip, Verrengia: “Uno strano parere, una stranissima dichiarazione”

di Redazione

Luigi VerrengiaPARETE. In merito alle dichiarazioni del sindaco Vitale circa presunte illegittimità, segnalate dal nuovo responsabile del procedimento, relative ai criteri del bando e del progetto per l’assegnazione delle Aree dei Piani degli Insediamenti Produttivi, …

…mi preme sottolineare come tale parere, sembra probabilmente reso più in virtù di “sollecitazioni” politiche che in rapporto a precisi elementi tecnici. Premetto che il bando ed il progetto sono stati redatti ai sensi dell’atto di indirizzo di cui alle deliberazioni della Giunta Regionale n. 2090 del 17.11.2004 e n. 2108 del 29.12.2005 e delle modifiche apportate ai sensi della deliberazione della Giunta Regionale n. 2294 del 29.12.2007 e che lo stesso progetto, superando l’esame di una serie di commissioni regionali, è stato inserito nel Parco Progetti Regionale giusto decreto dirigenziale n. 22 del 19 marzo 2010 – Ex Dgr 1041/2006: Esiti della dodicesima sessione di valutazione- Programmazione, Piani e Programmi – Settore Piani e Programmi di Intervento Ordinario e Straordinario e pubblicato sul Burc n° 26 del 06/aprile/2010 “Progetto Definitivo – Appaltabile”. Euro 10.923.156,73
Nel bando sono state aggiunte alle linee di indirizzo regionali: la dichiarazione relativa ad eventuali procedimenti penali e/o condanne riportate, la valutazione di un punteggio aggiuntivo per quegli imprenditori che abbiano denunciato il racket ed una quota di prelazione per i proprietari dei terreni che abbiano attività imprenditoriali preesistenti nella zona di intervento.
Enorme “pochezza amministrativa” riveste inoltre la dichiarazione di un presumibile danno erariale per l’Ente in ragione delle “tariffe” applicate in confronto ad altrettanto presunte “tariffe” regionali. Non esiste nessuna costo preordinato di esproprio nell’ambito regionale, bensì valutazioni realistiche del valore dei terreni redatte esclusivamente dai competenti uffici tecnici comunali secondo stringenti parametri , questi si, stabiliti da norme e leggi nazionali e regionali.
Nel progetto approvato dalla mia maggioranza, rispetto al quale, se non mi tradisce la memoria, la precedente opposizione non sembra mai aver innalzato particolari “barricate”, la valutazione dei costi di esproprio e di infrastrutturazione effettuata dal Responsabile dell’Area Tecnica Comunale è stata equamente e ragionevolmente calcolata. La conferma è che, da un lato, nessun proprietario (ad eccezione dell’attuale assessore all’urbanistica ed alle atti vità produttive ing Principato seppur per diverse motivazioni) ha fatto opposizione al Piano Pip e dall’altro gli imprenditori partecipanti al Bando sono stati ben più numerosi dei lotti disponibili.
Siamo alle solite, in questo paese quando amministra una determinata fazione politica il mercato dei suoli viene ulteriormente “drogato e dopato” grazie all’intervento pubblico (costoro si richiamano a valori di “sinistra” sic…..). Sicuramente gli attuali amministratori di maggioranza sono coscienti che le premesse del Piano territoriale di coordinamento provinciale evidenziano che le 16 zone Asi della provincia risultano ad oggi utilizzate solo al 31%, e quelle “zone negate” possono essere disponibili già urbanizzate a costi competitivi con quelli previsti nel bando comunale.
Ad oggi l’unico danno erariale ipotizzabile per l’Ente è quello derivante dall’azione di diffida intrapresa dagli imprenditori che hanno prodotto istanze corredate da polizze fideiussorie. A questo rischia di sommarsi l’ancora più grave danno al tessuto produttivo ed occupazionale di questo paese causato dal blocco immotivato del Bando Pip e che ad oggi non trova spiegazione in alcun atto amministrativo posto in essere dall’attuale maggioranza.
Il progetto avviato ha come ambito d’impatto strategico: “La Campania amica di chi fa impresa”, come obiettivo generale: “Costruire il futuro“ e come obiettivo specifico “interventi a favore delle imprese”. L’anno perso dall’attuale maggioranza non ha giustificazione alcuna.
Gli imprenditori locali rischiano di dovere ancora emigrare, il tessuto già logisticamentedebole ed a volte precario, anche in alcune garanzie di efficienza e sicurezza, viene privato di quell’incentivo funzionale che poggia su una solida e concreta pianificazione urbanistica.
A voler pensare male: qualche situazione di monopolio continua a prosperare e qualche “particulare di bottega , pardon, di studio”, prevale sull’interesse di una intera collettività.

Luigi Verrengia (Capogruppo di Parete Responsabile)

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