Debacle centrosinistra, Abc chiede “esame di coscienza”

di Redazione

Aversa Bene ComuneAVERSA. Leggiamo in questi giorni i comunicati stampa di partiti del centrosinistra o di loro esponenti, cioè dei protagonisti della epocale sconfitta che ad Aversa ha ridotto quei partiti stessi nel loro insieme all’11% dei consensi.

Avremmo sperato che in questi comunicati ci fossero analisi e parole su questa soverchiante vittoria del centrodestra con il 76% dei voti, sulla natura di questa vittoria e delle forze che l’hanno ottenuta, sulle motivazioni di un voto in netta controtendenza rispetto al quadro nazionale, sulle drammatiche prospettive che queste elezioni aprono sulla città. Non una parola.
Avremmo sperato che la traumatica esperienza aprisse una nuova fase di profonda riflessione e ragionamento, un rinnovato metodo di confronto con i cittadini, una messa in discussione vera e profonda delle scelte che hanno condotto alla scomparsa finanche di una pur minima possibilità di un’efficace opposizione politica al blocco sociale che si appresta a continuare nelle politiche di disgoverno della città. Non una parola.

Invece essi esultano per la conquista di qualche strapuntino nel palazzo, ritenendo questa una vittoria, la loro. Ed in effetti è ciò che denunciavamo nella fase preelettorale e che cioè l’interesse dei dirigenti di questi partiti era solo di assicurare la propria sopravvivenza di ceto, cinicamente indifferenti ai destini della città, complici di chi da dieci anni l’ha ridotta così com’è.

Non è un caso, infatti, che il candidato sindaco del centrosinistra di 5 anni fa, da questi stessi dirigenti scelto, Stabile, sia oggi il più votato con mille preferenze in una lista del centrodestra. Non una parola neanche su questo.

Scelgono una ennesima volta di abbracciare nella cultura e nella comunicazione le peggiori tradizioni del berlusconismo: si mistificano i fatti, si ripete all’infinito una bugia rendendola verità, e alle analisi e alle proposte messe in campo si risponde con l’invettiva e l’ingiuria verso chi le avanza. Per questo le loro parole sono sempre più indistinguibili, per contenuto e per forma, da quelle pronunciate da Ciaramella stesso.

Per parafrasare il profetico Moretti del 2002: con questi dirigenti non vinceremo mai. Sarà centrale nel processo di ricostruzione della politica ad Aversa non evitare il punto nodale delle classi dirigenti e delle loro vere responsabilità, fuori di ogni vulgata o inciucio strapaesano.

E’ quindi non più rinviabile la necessità di una discussione pubblica per una ricostruzione storica degli ultimi anni che riconduca a una condivisione del popolo della sinistra se non del giudizio almeno della oggettività dei fatti.

Aversa Bene Comune

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