Furto di volumi antichi: arrestato direttore Biblioteca dei Girolamini

di Redazione

 NAPOLI. Cinque persone sono state arrestate dai carabinieri per la tutela del Patrimonio artistico per il furto di antichi volumi e manoscritti custoditi nella Biblioteca dei Girolamini di Napoli.

In carcere anche Massimo Marino De Caro, direttore della struttura fino al 19 aprile quando aveva annunciato la sua autosospensione dall’incarico. Ordinanze di custodia cautelare, emesse dal Gip di Napoli, anche per l’argentino Eloy Alejandro Cabello, l’ucraino Viktoriya Pavlovskiy, l’argentina Paola Lorena Weigandt e Mirko Camuri.

Le indagini sono state condotte dai carabinieri per la tutela del patrimonio artistico e coordinate dalla Procura di Napoli. Accertamenti in corso nei riguardi di un altro cittadino argentino, Cabello Cesar Abel, individuato e sottoposto a perquisizione poche ore prima di imbarcarsi su volo diretto a Buenos Aires.

Secondo il pm con “più azioni esecutive anche in tempi diversi di un medesimo disegno criminoso, si appropriavano di manoscritti, volumi e beni costituenti il patrimonio librario” della biblioteca Girolamini: ben 257 volumi. È questa l’accusa della Procura di Napoli rivolta ai cinque arrestati. Una biblioteca, scrive il procuratore aggiunto, Giovanni Melillo, “gravemente e forse irrimediabilmente smembrata e mutilata”.

Per la Procura di Napoli, Massimo Marino De Caro, nella sua qualità di direttore della Biblioteca statale oratoriale annessa al Monumento nazionale dei Girolamini, Sandro Marsano, nella sua qualità di Conservatore della Biblioteca e sottoposto a indagini, Eloy Alejandro Cabello, Viktoriya Pavlovskiy, Abel Cesar Cabello e Paola Lorena Weigandt, “quali collaboratori personali di De Caro, si appropriavano di manoscritti e di altri beni, con l’aggravante di aver cagionato all’amministrazione dei beni culturali, con condotte realizzate dopo aver acquisito il sostanziale controllo dei luoghi adibiti alla custodia dei beni librari e una pressoché assoluta libertà di movimento all’interno dei medesimi in capo anche a soggetti estranei all’amministrazione pubblica e alla congregazione religiosa”.

Il tutto, scrive Melillo, determinando un “danno patrimoniale allo stato non ancora determinabile, ma di ingente quantità”. Sono in corso accertamenti, anche mediante richieste di assistenza giudiziaria internazionale, “volti ad individuare le modalità operative, i canali di commercializzazione dei libri e dei manoscritti sottratti nonchè ad individuare i beni librari recuperabli”.

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