NAPOLI. Variazioni tonali del passato e del presente alla ricerca dell’umanità, è il titolo della mostra che, Giovanni Esposito Enito terrà nella sala Carlo V del Maschio Angioino.
Un evento curato da Carlo Roberto Sciascia, in collaborazione con ExpoArt magazine, in programma dal 5 al 23 giugno, dalle ore 10 alle 12.30 e dalle 17 alle 19.
Giovanni Esposito Enito propone un interessante ciclo di opere, che ha il caldo olio, steso sulla tela, come elemento fondamentale; in esse personaggi storici si affiancano ad altri contemporanei in una sarabanda che racconta l’uomo nelle sue espressività più note e ne lascia intravvedere l’intima psicologia.
I suoi lavori irradiano una luce particolarmente efficiente per i profondi orditi vitali, offerta con un equilibrio disteso capace di evolvere ogni discorso con piacevolezza; forse, inconsapevolmente, l’artista finisce con il giocare con illusorietà di una visione ricca di frammenti sfrangiati di espressioni, estrinsecazione della personale struttura psicologica, e riesce a modellare la trama segnica stabilendo un sentito rapporto con il mondo e divagando nelle vivide ed intime sensazioni dei personaggi.
In particolare i volti, che animano la scena contemporanea, portano con sé il retaggio del passato nella proiezione verso il futuro; il loro aspetto accattivante, a volte ironico, sa rimbalzare con nuove pulsioni le peculiarità del tempo andato, in bilico tra il passato e la localizzazione del discorso nell’attualità, sempre alla ricerca dell’uomo.
Le opere di Esposito Enito esprimono un gusto piacevole abbinato ad un sapore antico del tempo che passa, grazie al quale il suo estro artistico ed il fascino dei personaggi riscoprono un’espressione interiore ed introspettica in un connubio imprescindibile di segno apparentemente semplice e di cromatismi sostanziali, sfaldati alla ricerca di nuove forme per comporsi in insiemi delicati ed incisivi. Certamente influenzato dalle lezioni costruttive di Paul Gauguin, Giovanni Esposito Enito volge il proprio sguardo allesteriorità dei soggetti, tentando poi uninteriorizzazione per mezzo delle atmosfere realizzate che nelle definite e ben tratteggiate figure possono distendersi e trovare una coerente determinazione. Egli con tinte lineari ma decise e ‘macchie di colore’, unite a contorni che delimitano la superficie pittorica con segni, non solo sa cogliere la razionalità dei personaggi ma, soprattutto, riesce a varcare il confine visivo per invadere la sfera intima delle sensazioni in un insieme emotivamente accattivante dalle gradevoli e digradate variazioni tonali.
La donna appare sempre seducente per i misteri celati dietro lo sguardo e la sinuosa presenza, l’uomo è visto quale soggetto da indagare al di là dell’ironoco atteggiamento, penetrando nel suo attraente mondo nascosto. Sono opere caratterizzate da una dimensione vagamente sognante e legate ad una visione incantata della vita, nella quale confluiscono spunti culturali diversi ove poter veleggiare tra ambiti candidi e metafore suggestive; con una ‘calligrafia’ semplificata l’artista impone in esse una costruzione intenzionale e razionale e spande il colore entro linee chiuse, limite per i diversi toni laddove la sensazione si compenetra alla stessa colorazione ed al disegno d’insieme.
Lo sfondo appare silenziosamente immerso in una luce diffusa e pacata; è vicino al ritratto, sfiora quasi i personaggi e ne fa avvertire l’essenza, offrendo ad ognuno una particolare anima piena di senso del tempo trascorso e del presente. Su tutto si percepisce l’intimo evolversi di sensazioni ed il sapore di tenere emozioni, fissate in un istante lungo una vita e riflettenti una visione del mondo tranquilla, proposta con espressività accattivante, ma anche libera.