CASAL DI PRINCIPE. Un patto, riguardante un giro di assegni, che un funzionario di banca veneto aveva stretto col patron di una squadra di calcio locale e alcuni campani vicini ad ambienti di camorra, Poi, quando laffare non andò in porto, il bancario fu picchiato, minacciato ed estorto.
Del caso si è occupata la Direzione distrettuale antimafia di Venezia che martedì mattina ha disposto larresto di 13 persone tra Veneto, Campania e Puglia.
Loperazione è stata compiuta dalla squadra mobile di Venezia, in collaborazione con il Servizio centrale operativo di Roma e la mobile di Lecce. Il bancario, di Caorle (Venezia), daccordo con due presunti affiliati alla camorra campana, uno di Napoli, laltro di Casal di Principe (Caserta), avrebbe fraudolentemente riempito quattro assegni, sottratti al Banco di Napoli, apponendo a ciascuno lindicazione di beneficiari-complici per circa 4 milioni di euro. Secondo quanto accertato dagli investigatori, il patron del San Donà Calcio 1922, per il pagamento degli stipendi ai giocatori e per sponsorizzazioni 2010/2011 della squadra di calcio, aveva predisposto con il bancario la negoziazione di 10 di questi assegni per un importo di 970mila euro.
Somma che non veniva stata incassata solo per un caso, ragion per cui scattava una spedizione punitiva dei campani che, dopo aver sequestrato e picchiato selvaggiamente il funzionario di banca, gli chiedevano 1 milione di euro per il mancato esito dellaffare.
Le accuse, formulate dal pm della Dda veneta Roberto Terzo, sono di estorsione aggravata, porto di armi da sparo, ricettazione, truffa, lesioni gravi, falso, commessi con laggravante mafioso.