2
CASERTA. In un contesto politico come quello attuale, in cui lantipolitica sembra vincente e conquistare il consenso del popolo italiano e, conseguentemente il sistema dei partiti è ormai in crisi; …
… in un contesto come quello casertano che rappresenta ormai, dopo le ultime amministrative, una vera e propria roccaforte del Pdl, registrando al contempo il totale fallimento del Partito Democratico provinciale che esce dalla competizione elettorale peggio di un anno fa, andando perfino al di sotto dei minimi storici registrati dodici mesi or sono, può sembrare autolesionistico il fatto che il Pd casertano appaia frammentato e che nascano continuamente nuove aree che fanno capo a questo o a quellesponente politico nazionale o regionale.
E ciò considerando che proprio le diverse provenienze, proprio la frammentazione in tante aree e gruppi contrapposti ha rappresentato se non lunica una delle cause maggiori che hanno portato al disastro del nostro partito casertano. Il risultato è che oggi, alla luce degli ultimi sondaggi, mentre sul piano nazionale il nostro partito si candida, e ce lo auguriamo tutti, ad essere la maggior forza politica del prossimo governo, nella nostra provincia invece il Partito Democratico deve fare i conti con una situazione politica che lo vede totalmente privo del consenso degli elettori.
Infatti, alle recentissime amministrative del 6 e 7 maggio nei maggiori centri della provincia in cui si è andati al voto (come Aversa, Cesa, Mondragone, etc) il nostro partito ha riscosso un risultato nettamente negativo (con lunica eccezione di Piedimonte Matese che ha visto la riconferma del sindaco uscente Enzo Cappello, riconferma dovuta esclusivamente al suo operato e al suo amore e abnegazione per il territorio) risultato che, secondo il mio punto di vista, si sarebbe certamente evitato se avessimo avuto un partito unito, coeso e costantemente presente sul territorio.
Ma forse cè ancora di più. Forse noi della provincia di Caserta stiamo ancora aspettando la nascita del Pd casertano. Dopo un lungo periodo di commissariamento, lultimo congresso provinciale sembrava il punto di inizio di questa rinascita, progettata allinsegna dellunità e della compattezza. Ma oggi, quasi un anno dopo, la situazione sembra addirittura peggiorata e, paradossalmente, le aree sembrano essere aumentate.
Bisogna avere invece la consapevolezza che per invertire totalmente la rotta intrapresa fino ad ora, occorre considerare queste aree, che pur esistono, non come causa e indice di frammentazione ma come un modo di confronto democratico e civile, in unottica pluralistica, che però alla fine sfocia in una sintesi unitaria. Ed è proprio con questi propositi che personalmente ho partecipato allatto costitutivo dellassociazione Impegno Democratico. Secondo me le aree, lungi dal costituire fazioni politiche belligeranti, devono rappresentare gli elementi di ununica cellula in cui lavorano in sinergia per permettere alla stessa cellula di funzionare al meglio, ossia dei luoghi di elaborazione di proposte politiche; esse non devono certo prestare il fianco a speculazioni personalistiche in vista di future candidature ma devono tendere alla ricerca, anche attraverso le primarie se occorre, delle figure che meglio ci possono rappresentare nelle istituzioni sotto il profilo politico, intellettuale e culturale.
In ogni caso non va dimenticato che si tratta pur sempre di aree interne al partito democratico allinterno del quale devono alla fine tutte convergere. Insomma, queste aree, anche se esistenti, non devono procurare unulteriore lacerazione interna ma devono essere dei punti di partenza di proposte politiche che si confrontano e che alla fine trovano le giuste convergenze allinterno del partito. Risulterebbe in tal modo un partito non affatto diviso e frammentato ma un partito compatto allinterno del quale si lavora e ci si impegna per raggiungere un risultato da tutti condiviso: e cioè restituire credibilità alla politica, recuperare la fiducia degli elettori offrendo loro la funzione genuina e autentica che la politica deve svolgere, e cioè mettersi al servizio dei cittadini.
In questo senso, non tanto come membro della direzione provinciale, ma come iscritto del Pd, lancio un accorato appello al segretario provinciale Dario Abbate affinché convochi al più presto la direzione provinciale e lassemblea degli iscritti che abbia ad oggetto, tra laltro, le suddette problematiche non al fine di individuare eventuali responsabilità personali (dalle quali, vista la situazione attuale, nessuno è immune) ma allo scopo di tracciare tutti insieme la linea politica comune che porti al rilancio del partito nella nostra provincia, anche in vista delle prossime elezioni politiche e amministrative.
Antonio Guida, dirigente provinciale del Pd