Attentato Brindisi, il profilo del killer. “Gesto isolato”

di Antonio Taglialatela

 BRINDISI. Un uomo bianco, dall’età apparente di circa 50-55 anni. Indossa una giacca scura, pantaloni chiari e scarpe da ginnastica.

E’ l’identikit del presunto autore dell’attentato davanti all’istituto professionale “Morvillo-Falcone” di Brindisi, tratto dalle immagini di una videocamera di sorveglianza installata sul chioschetto che vende panini, a una ventina di metri di distanza dal punto in cui si è verificata l’esplosione di tre bombole di gas che, alle 7.45 di sabato, hanno provocato la morte della sedicenne Melissa Bassi e il ferimento di altre ragazze.

Nel video, stando a fonti qualificate, si vedono le fasi precedenti all’attentato: dal momento in cui l’uomo aziona il telecomando a quando si allontana. Il volto del killer, però, non sarebbe riconoscibile dalle immagini o almeno è stato reso irriconoscibile per non ostacolare le indagini in corso. Indagini che, secondo il procuratore della Dda di Lecce, Cataldo Motta, sarebbero però già state danneggiate: ”E’ possibile che avere pubblicato questo video abbia danneggiato le indagini, maè una mia valutazione personale”, ha detto Motta al programma ’24 Mattino’ su Radio 24, aggiungendo cheil suo ufficio lavora “d’intesa con la Procura di Brindisi in una sorta di democrazia a due. Se consente, voi giornalisti enfatizzate la diversità di vedute che può esserci stata in un momento iniziale delle indagini, che vengono condotte in perfetta intesa. Non c’è alcun motivo di conflitto e contrasto con la Procura di Brindisi”.

Intanto, sembra che la pista investigativa privilegiata sia quella del “gesto isolato” rispetto a quelle, formulate in un primo momento, della criminalità organizzata o del terrorismo. “In termini di probabilità, non di certezza, ci è sembrato di poter escludere la matrice mafiosa. Un’analisi condivisa anche dal procuratore nazionale antimafia Piero Grasso. Potrebbe essere un gesto isolato, ma non escludiamo la matrice politica e non escludiamo che dietro il singolo attentatore materiale possano esserci altre persone”, ha detto il procuratore di Brindisi, Marco Dinapoli, nel corso della conferenza stampa tenutasi domenica mattina.

 A rafforzare l’ipotesi del gesto di un folle queste parole del procuratore: “Potrebbe essere il gesto di una persona che si sente in guerra con tutto il mondo o che si sente vittima del mondo. Potrebbe trattarsi anche di una persona che tende a creare una tensione sociale, con un’ideologia”, ha sottolineato Dinapoli. Il confezionamento dell’ordigno, comunque, sarebbe opera di un esperto di elettronica. “Il congegno non è particolarmente complesso ma non alla portata di tutti”, ha detto il procuratore, che, sulla modalità dell’attentato, ha spiegato: “Le indagini accreditano l’ipotesi di un ordigno azionato tramite un telecomando. Un congegno che aziona la bomba a una distanza tale da consentire di vedere la scena. La bomba sarebbe stata portata sulla scena del crimine nell’immediatezza dell’esplosione. Il telecomando, che controllava un sensore volumetrico, è stato attivato dal passaggio delle ragazze, e azionato poco prima”.

L’uomo, tuttavia, potrebbe non aver agito da solo. Al vaglio degli inquirenti la testimonianza di una donna che ha raccontato di aver intravisto nel corso della notte qualcuno portare il cassonetto nel punto in cui poi è esploso. Finora due le persone portate in questura e interrogate, per poi essere rilasciate. Si tratterebbe di un ex militare di professione, con conoscenze di elettronica e parenti con rivendita di bombole di Gpl per uso domestico. La Procura di Brindisi, comunque, conferma che al momento nessun nome è stato iscritto nel registro degli indagati.

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