LECCE. I carabinieri del Ros hanno arrestato allalba di mercoledì 22 persone tra Puglia, Campania, Calabria, Sicilia e Toscana con laccusa di tratta di persone e riduzione in schiavitù.
Gli immigrati, infatti, venivano fatti arrivare in Italia con la falsa promessa di un lavoro, invece, una volta giunti a destinazione li facevano lavorare molte ore al giorno e fatti vivere in condizioni disumane.
L’indagine Sabr, partita dal gennaio
Il reclutamento avveniva prevalentemente in Tunisia, dove numerose persone venivano fatti arrivare in Sicilia e, successivamente, nella penisola, per lavorare prima nell’agro pachinese, nel Siracusano, poi i quello neretino, in provincia di Lecce.
A Nardò si era costituita una sorta di ‘cartello’ tra datori di lavoro e ‘caporali’, che forniva manodopera per i lavori agricoli stagionali in diverse regioni. I clandestini venivano relegati lontani dai centri abitati, privati del denaro che avevano con sé, retribuiti con somme irrisorie, alloggiati in baracche senza acqua corrente, servizi igienici e corrente elettrica.
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