Inchiesta a Lecce, immigrati ridotti in schiavitù: 22 arresti

di Mena Grimaldi

 LECCE. I carabinieri del Ros hanno arrestato all’alba di mercoledì 22 persone tra Puglia, Campania, Calabria, Sicilia e Toscana con l’accusa di tratta di persone e riduzione in schiavitù.

Gli immigrati, infatti, venivano fatti arrivare in Italia con la falsa promessa di un lavoro, invece, una volta giunti a destinazione li facevano lavorare molte ore al giorno e fatti vivere in condizioni disumane.

L’indagine “Sabr”, partita dal gennaio 2009, ha portato alla scoperta di una organizzazione internazionale costituita da italiani, algerini, tunisini e sudanesi attivi in Puglia, Sicilia, Calabria e Tunisia che favoriva l’ingresso clandestino, in prevalenza di tunisini e ghanesi da destinare alla raccolta di angurie e pomodori.

Il reclutamento avveniva prevalentemente in Tunisia, dove numerose persone venivano fatti arrivare in Sicilia e, successivamente, nella penisola, per lavorare prima nell’agro pachinese, nel Siracusano, poi i quello neretino, in provincia di Lecce.

A Nardò si era costituita una sorta di ‘cartello’ tra datori di lavoro e ‘caporali’, che forniva manodopera per i lavori agricoli stagionali in diverse regioni. I clandestini venivano relegati lontani dai centri abitati, privati del denaro che avevano con sé, retribuiti con somme irrisorie, alloggiati in baracche senza acqua corrente, servizi igienici e corrente elettrica.

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