CALTANISSETTA. A pochi giorni dal ventesimo anniversario della strage di Capaci dove morirono il giudice Giovanni Falcone, la moglie, Francesca Morvillo e gli agenti della scorta, il pentito Gaspare Spatuzza fa nuove rivelazioni.
Fui io a recuperare l’esplosivoper la strage Capaci, racconta il pentito di mafia ai magistrati diCaltanissetta che conducono le nuove indagini sulle stragi mafiosedel ’92.
Ricordo continua Spatuzza in alcuni stralci di verbali pubblicati dal Giornale di Sicilia – che Fifetto Cannella mi chiese, circa un meseprima dell’eccidio di trovare una macchinavoluminosa. Ci recammo a Porticello dove trovammo un certoCosimo di circa 30 anni ed assieme a lui andammo su un peschereccioattraccato al molo da dove recuperammo dei cilindri dalle dimensionidi 50 centimetri per un metro legati con delle funi sulle paratiedella barca. Successivamente constatai che al loro interno vi erano delle bombe.
Recuperati i fusti – prosegue Spatuzza – li caricammo sullaautovettura per dirigerci verso la mia abitazione. Una volta arrivatia casa di mia madre, ubicata in un cortile, scaricammo i bidoniall’interno di una casa diroccata di mia zia che era a fianco di quella di mia madre e che noi usavamo come magazzino.
Venne poi recuperato altro esplosivo inalcuni bidoni alla Cala, legati ad un peschereccio. Nessuno mi hamai detto esplicitamente a cosa servisse l’esplosivo, ha spiegatoSpatuzza che però collega la circostanza con l’attentato di Capaci.