ROMA. Nella basilica di SantApollinare è entrato in azione il georadar. Gli inquirenti, infatti, vogliono capire se dietro la cripta, scoperta lunedì e contenente oltre 200 cassette con resti di ossa, possa nascondersi una seconda intercapedine.
Continuano, dunque, le verifiche nella basilica dopo l’apertura della tomba del boss della Magliana, Enrico De Pedis, per capire se allinterno ci siano anche i resti di Emanuela Orlandi, la 15enne cittadina del Vaticano rapita 20 anni fa.
Polizia scientifica e archeologici forensi stanno analizzando i diversi resti ossei: all’interno di uno spazio aperto è stata montata una tenda da campo adibita a una sorta di laboratorio dove i tecnici e gli agenti stanno effettuando gli esami sulle ossa di dubbia datazione per eventuali esami del Dna.
L’apertura della tomba del boss della Banda della Magliana, che per la procura potrebbe avere avuto un ruolo nel rapimento della giovane, e l’esame delle ossa rinvenute nei sotterranei della Basilica potrebbero costituire gli ultimi atti istruttori di un’inchiesta che, al momento, chiama in causa cinque persone per il reato di sequestro di persona aggravato dalla morte dell’ostaggio e dalla minore età.
Tra gli indagati tutte persone che ruotavano intorno alla vita di De Pedis, come l’autista Sergio Virtù, gli uomini di fiducia Angelo Cassani e Gianfranco Cerboni, rispettivamente conosciuti come “Ciletto” e “Gigetto”, e lamante dello stesso De Pedis, Sabrina Minardi.