ROMA. Il popolo della Rete continua a richiedere la soppressione della parata del 2 giugno ma Giorgio Napolitano non si è arreso.
A prevalere, alla fine, è stato il principio della sobrietà, quello invocato da chi ha sottolineato che anche, e soprattutto, in un momento di dolore come questo, il paese deve dare segnali di coesione. E, si sa, le divise emozionano, uniscono. Ma, nonostante ciò, sono tanti gli italiani contrari allevento. Solo il mondo dei viola ha raccolto, in poche ore, centomila firme consegnate poi alla segreteria del Quirinale chiedendo a Napolitano un ripensamento che non ci sarà.
La Festa della Repubblica sarà fatta, ma con un doveroso sguardo allEmilia sofferente. Risponde a questo quella particolare sobrietà segnalata da Napolitano. Sarà quindi una cerimonia semplice nella forma e nella sostanza, con un abbattimento considerevole dei costi di organizzazione. E diciamo che può essere condivisibile la scelta del Capo dello Stato.
Ci sarà la sfilata dei reparti militari, ma con un dispiegamento minimo dei soldati, mentre resteranno fermi i mezzi e i cavalli. Rimarranno a terra le Frecce Tricolori. Una decisione sicuramente sofferta, quella della prima carica dello Stato, comunque in grado di assicurare una sintesi tra la necessità di riaffermare i valori repubblicani e lesigenza di dare un segnale, anche solo simbolico, di vicinanza alla tragedia dei cittadini terremotati dellEmilia.