Rimborsi elettorali: dimezzata l’ultima rata

di Gennaro Pacilio

 ROMA. Può essere considerato il primo effetto concreto delle amministrative di domenica e lunedì, che hanno registrato una sfiducia generalizzata degli italiani verso politica e partiti.

La commissione Affari costituzionali della Camera ha dato il suo ok all’emendamento al disegno di legge sul finanziamento dei partiti, innalzando dal 33 al 50 per cento il taglio della rata dei rimborsi elettorali prevista per luglio. La settimana scorsa le cose stavano andando diversamente perché in commissione era stato deciso un rinvio di un paio di settimane a causa dell’assenza di un’intesa su una decisione delicata per le finanze dei partiti, ma urgente per l’opinione pubblica che, rilevano i sondaggi recenti, al 90 per cento è favorevole alla cancellazione o, almeno, a una forte riduzione degli aiuti statali alle forze politiche. Poi ci hanno pensato gli elettori a indurre i partiti a una decisione attesa, seppure parziale.

Lo conferma anche l’approvazione dell’emendamento che prevede i rimborsi per i partiti in quanto soggetti dotati di un atto costitutivo pubblico, uno statuto e che – dopo l’esperienza Lusi-Belsito – indicano un tesoriere che approva rendiconti e gestisce le finanze. Le sanzioni su eventuali irregolarità nella gestione dei fondi saranno comminate nel caso di cattiva gestione sia dei rimborsi concessi dallo Stato che sui contributi ottenuti da privati o da enti.

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