ROMA. Tagliare la spesa pubblica per poter abbassare le tasse, ormai arrivate a livelli insostenibili e incompatibili con una crescita sostenuta.
E’ l’invito che il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, rivolge al governo nella sua prima relazione annuale, dove chiede anche “passi avanti concreti nella costruzione europea”. Per il risanamento dei conti, afferma Visco nella considerazioni finali all’assemblea dell’istituto di via Nazionale, “si è pagato il prezzo di un innalzamento della pressione fiscale a livelli oramai non compatibili con una crescita sostenuta. L’inasprimento non può che essere temporaneo”.
“La sfida si sposta. – ha continuato Visco – Occorre trovare, oltre a più ampi recuperi di evasione, tagli di spesa che compensino il necessario ridimensionamento del peso fiscale. Se accuratamente identificati e ispirati a criteri di equità, i tagli non comprometteranno la crescita; potranno concorrere a stimolarla se saranno volti a rimuovere inefficienze dell’azione pubblica, semplificare i processi decisionali, contenere gli oneri amministrativi”.
2012 IN RECESSIONE, MA RIPRESA NEL 2013. Per l’Italia il 2012, ha quindi osservato Visco, sarà “un anno di recessione, per le incertezze finanziarie e le drastiche, pur se indispensabili, misure di correzione del bilancio pubblico. In scenari non troppo sfavorevoli la caduta del prodotto può essere contenuta intorno all’1,5%. Una ripresa potrà affiorare verso la fine dell’anno”.
RIFORME.Sulle riforme strutturali l’Italia “ha già conseguito importanti risultati”, ha tenuto poi a sottolineare Visco, mettendo in evidenza come sia stato “aperto un vasto cantiere i cui lavori vanno proseguiti con energia accresciuta e visione ampia, dall’istruzione alla giustizia, alla sanità. La politica deve assicurare la prospettiva di un rinnovamento profondo che coltivi la speranza, vada incontro alle aspirazioni delle generazioni più giovani”.
BANCHE. Gli istituti, ha detto Visco, devono cambiare l’attuale modello di crescita della redditività e devono intervenire “sul costo del lavoro”. La richiesta di “un più attento controllo dei rischi” da parte delle banche impone anche “profitti più bassi ma più stabili di quelli del decennio precedente alla crisi. Gli azionisti bancari devono esserne consapevoli”, ha detto Visco. “Anche le remunerazioni degli amministratori e dellalta dirigenza devono essere indirizzate allobiettivo del contenimento dei costi”, ha quindo affermato il governatore della Banca d’Italia.
MULTI-CARICHE. “Alle aggregazioni tra banche – ha rilevato Visco – non hanno fatto seguito snellimenti incisivi dellarticolazione societaria dei gruppi e una riduzione nel numero dei componenti degli organi amministrativi. I primi 10 gruppi contano complessivamente 1.136 cariche, escludendo le società estere; oltre 700 per le sole banche controllate. Anche tra gli altri intermediari si osservano spesso composizioni pletoriche, che deresponsabilizzano i singoli consiglieri e si riflettono negativamente sulla funzionalità degli organi collegiali”.
IMPRESE. Per Visco il paese “può chiedere uno sforzo finanziario aggiuntivo ai suoi imprenditori, perché rafforzino il capitale delle loro imprese nel momento in cui viene loro assicurata una semplificazione dell’ambiente normativo in cui operano”: ne beneficeranno investimenti, produzione e “migliorerà il rapporto con le banche”.
EUROPA.“Se si guardasse allarea delleuro come a unentità unitaria, nella forma ad esempio di uno Stato federale, non emergerebbero allarmi sulla tenuta del suo impianto monetario e finanziario”, ha rimarcato Visco. Ma l’unione politica ancora non c’è. Dunque, ha continuato, sono “necessari passi avanti concreti nella costruzione europea; va definito un percorso che abbia nellunione politica il suo traguardo finale, scandendone le singole tappe”. L’Europa, ha proseguito, “stenta sulla crescita economica” e i processi decisionali “sono ancora ancora lenti e farraginosi” e per questo “serve un cambio di passo”.
MUTUALIZZAZIONI DEBITI EUROPEI. Visco si è poi detto favorevole alla mutualizazione di una parte dei debiti europei, una proposta già avanzata anche dal Parlamento dell’Unione. “La disponibilità di maggiori risorse comuni – ha affermato Visco – e anche l’istituzione da più parti proposta di un fondo ove trasferire i debiti sovrani che eccedano una soglia uniforme, da redimere gradualmente in tempi e modi ben definiti, sostanziano una forma di unione fiscale che non può essere disgiunta da regole cogenti, da poteri di controllo e intervento”. “Lazzardo morale di chi fida sullaiuto altrui per perseverare nelle cattive politiche del passato va evitato con una forte pressione politica e normativa, esigendo il rispetto degli impegni concordati, sulla base di programmi ambiziosi ma allo stesso tempo realistici”, ha poi però aggiunto Visco.
GARANZIE PER RISPARMIATORI. Visco si è detto quindi contrario alle ipotesi di rinazionalizzazone delle banche e poi ha osservato: “Deve essere contrastata la pericolosa tendenza alla rinazionalizzazione dei sistemi finanziari. Di pari passo occorre considerare listituzione di meccanismi di garanzia e assicurazione comuni, in grado di rasserenare i risparmiatori, prevenire il panico e fughe destabilizzanti di capitali. Progressi rapidi nella costituzione di un fondo europeo per la risoluzione delle crisi bancarie contribuirebbero a ridurre lincertezza sui mercati”.