Incontri Pd: Gaglione e Foglia su “Autonomia Territoriale”

di Redazione

 MARCIANISE. Si è svolto martedì 8 maggio, nella sede del Partito Democratico di Marcianise, uno degli ultimi incontri di in-formazione politica.

Il tema affrontato è stato “La Riforma del Titolo V: l’autonomia territoriale” attraverso le relazioni del dottor Pasquale Gaglione, Presidente del locale circolo Pd e già Provveditore agli studi, e del dottor Mauro Foglia, Responsabile provinciale legalità dei Giovani Democratici e praticante avvocato penalista.

Gaglione, nella prima parte della sua relazione, ha esposto le linee fondamentali dell’autonomia e del decentramento in Italia soffermandosi sui principi costituzionali in merito. In particolare, ha messo in evidenza il riparto della potestà legislativa tra Stato e Regioni e, per quanto concerne lo svolgimento delle funzioni amministrative, il principio di sussidiarietà secondo cui le funzioni amministrative, in prima istanza, devono essere espletate dall’Ente territoriale più vicino al cittadino. In un secondo momento, ha evidenziato come la Riforma del Titolo V, approvata nel 2001, abbia inciso sull’intero ordinamento scolastico italiano non mancando, peraltro, di sottolineare che la stessa necessita di una compiuta e decisa attuazione che ancora oggi non c’è.

Foglia ha innanzitutto ripercorso il difficile cammino che ha portato ad una attuazione, sebbene parziale, del regionalismo in Italia. Inoltre, ha affermato che il problema dell’autonomia territoriale in Italia deve essere affrontato ispirandosi ad un regionalismo “solidale” e non “competitivo” in quanto non si può ignorare che la disparità tra nord e sud purtroppo esiste ancora oggi. Infine, ha analizzato i principi dell’autonomia finanziaria contenuti nel “nuovo” articolo 119 della Costituzione tracciando anche un confronto con la vecchia disciplina e sottolineando che la Riforma approvata dall’allora maggioranza di centrosinistra risulta essere innovativa, equilibrata e profondamente ispirata alla solidarietà tra le Regioni.

Dopo le relazioni si è sviluppato un dibattito su due versanti principali: il primo ha riguardato i costi e gli sprechi degli Enti locali con particolare attenzione al dibattito che si sta sviluppando sulla questione del ridimensionamento del numero delle province; il secondo ha avuto come filo conduttore la necessità di recuperare il ruolo dei partiti e della politica in una logica di protagonismo delle autonomie territoriali, poiché solo mettendo a disposizione dei cittadini dei seri strumenti di partecipazione alla vita democratica è possibile dare un senso alla logica secondo cui le funzioni amministrative, e in parte anche quelle normative, devono essere esercitate dagli Enti più vicini ai cittadini affinché questi ultimi possono esercitare il necessario controllo democratico della politica e delle amministrazioni pubbliche per poi giudicarne consapevolmente i risultati conseguiti.

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