CASERTA. Sparatoria nella caserma dei carabinieri di Mignano Montelungo, in provincia di Caserta. Due militari dell’Arma sono morti.
Si tratta del comandante della caserma, Angelo Simone, 51 anni, di Alvignano (Caserta) e di un altro militare, suo vice, Tommaso Mella, 42 anni, residente a Cassino (Frosinone), dove viveva con moglie e figlia. Sul posto, al civico 2 di via Piante,sono giunti i carabinieri del reparto operativo del comando provinciale di Caserta.
Nella mattinata di giovedì, intorno alle 10, dopo essere ritornati insieme da un pattugliamento,i due hanno avutoun diverbio. Il maresciallo Simone, al culmine di una lite, ha ucciso Mella, sparandogli con la pistola di ordinanza. Poi, rivolgendo l’arma verso se stesso, siè tolto la vita.
“Abbiamo sentito diversi colpi di pistola poco prima delle 10 – raccontano alcuni vicini – siamo corsi in strada e subito abbiamo capito che doveva essere accaduto qualcosa di molto grave”.
Secondo il comandante provinciale dell’Arma, Crescenzio Nardone, si tratta di un “gesto folle che non ha alcuna giustificazione”. “Il comandante di stazione – ricostruisce Nardone – era preoccupato riguardo a delle verifiche su un presunto ammanco di lievissima entità nella contabilità carburanti su cui erano in corso accertamenti amministrativi da parte dell’Arma e dei quali accertamenti era stata informata anche l’autorità giudiziaria militare”. “Il vice comandante di stazione – prosegue Nardone – per primo ha segnalato delle presunte irregolarità nella tenuta di documenti amministrativi e, quindi, verosimilmente, all’origine di questo gesto folle ci deve essere stato un malinteso senso della dignità” da parte del comandante di stazione.
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“I primi accertamenti effettuati, comunque – precisa il colonnello – avevano già escluso responsabilità rispetto all’episodio dell’ammanco da parte dello stesso comandante di stazione”. Quest’ultimo, è stato stabilito, ha sparato due colpi con la pistola d’ordinanza: “Un solo colpo ha ucciso il suo vice e un altro con cui si è suicidato”.
Alla domanda di un giornalista se fosse vero che il maresciallo Mella avesse chiesto il trasferimento da Mignano Monte Lungo, come hanno testimoniato numerosi amici e conoscenti, il colonnelloNardoneha risposto: “Non è così. Il gesto è assolutamente inspiegabile, nessun elemento poteva farci pensare che le cose avrebbero preso una piega così drammatica”.
Sempre Nardone riferisce che non ci sono elementi per parlare di un inseguimento, come riportavano alcune voci. Quanto al movente passionale, era sempre un’indiscrezione trapelata in mattinata. E relativamente ai colpi esplosi, alcuni testimoni riferiscono di averne sentiti tre.