IL CAIRO. La commissione elettorale egiziana ha proclamato il candidato dei Fratelli Musulmani, Mohamad Morsi, nuovo presidente.
Ha ottenuto 13.230.131 voti contro i 12.347.038 di Ahmet Shafiq, ultimo primo ministro di Mubarak. Il tasso di affluenza è stato del 51,85%.
Migliaia di manifestanti e sostenitori del neo presidente si sono riversati in piazza Tahrir in una atmosfera festosa, fra canti e slogan, come “pane, libertà e giustizia sociale”, uno dei cavalli di battaglia delle rivoluzione di gennaio. Non appena il presidente della commissione ha annunciato la vittoria di Morsi, piazza Tahrir è esplosa in un boato di gioia.
“Sarò il presidente di tutti gli egiziani, senza eccezioni, dentro e fuori dal Paese”, ha detto Morsi nel suo primo discorso da presidente. Il candidato dei Fratelli musulmani ha anche reso omaggio ai “martiri” della rivoluzione e ha promesso di “rispettare i trattati internazionali”. Inoltre, ha rivolto un appello all’unità nazionale e dichiarato che “la rivoluzione continua”.
Nella storia del Paese un fratello musulmano siederà sulla poltrona di presidente, e non solo: per la prima volta la first lady sarà velata. La moglie di Morsi, Najla Ali, non ama le luci della ribalta. Le poche foto disponibili ritraggono questa casalinga con il khemar, il velo islamico che copre tutto il busto fino ai fianchi. Preferisce essere chiamata “Hajja”, colei che ha compiuto il grande pellegrinaggio alla Mecca.
”Felicitazioni al presidente Morsi e agli egiziani per la prova di democrazia. E’ un passo in avanti per consolidare le istituzioni e rafforzare l’amicizia con Roma”, ha detto il ministro degli esteri italianoGiulio Terzi su Twitter.”Gli Stati Uniti si congratulano con Mohamed Morsi per la sua vittoria alle elezioni presidenziali egiziane” definendola ”una pietra miliare nella transizione dell’Egitto verso la democrazia”, si leggein una nota della Casa Bianca.
E mentre Gaza festeggiava l’elezione del candidato musulmano, Israele, attraverso un comunicato del governo, hariferito diapprezzare “il processo democratico svoltosi in Egitto” e di rispettarne l’esito. Israele si attende che la cooperazione con il governo egiziano prosegua sulla base degli accordi di pace fra i due Paesi, “cheè nell’interesse dei due popoli e che contribuisce alla stabilità regionale”.