Passera: “L’obiettivo è ridurre le tasse e non aumentare Iva”

di Antonio Taglialatela

Corrado PasseROMA. Il governo Monti si mostra in linea con l’opinione pubblica che dice ‘No’ a nuove tasse. Almeno è quello che traspare dalle dichiarazioni del ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera.

“L’ammontare del peso fiscale è molto elevato e non vedo spazio per ulteriori interventi”, afferma l’esponente dell’esecutivo, parlando a ‘Radio Anch’io’ su Radiouno,definendo l’Imu una tassa “chiara e trasparente” sul patrimonio immobiliare ma ha escluso la possibilità che “un’altra grossa tassa oggi sia una cosa da fare”.Secondo Passera, l’operazione “spending review” ha “l’obiettivo di evitare un intervento automatico di aumento dell’Iva che non avrebbe effetti positivi sull’economia”. Obiettivo che, sottolinea il ministro, “rimane confermato”.

“CREARE CONDIZIONI PER RIDURRE TASSE”. “Ridurre le tasse a quelli che le pagano – continua Passera – è un obiettivo che abbiamo ma non è pensabile nel breve periodo. Per abbassare le tasse a chi le paga occorre creare le condizioni affinché tutti le paghino e sostenere la crescita economica per avere più gettito”. E, a proposito del recupero di risorse finanziarie, il ministro fa presente come “la politica ha creato migliaia di entità e società sia attaccate ai ministeri che agli enti locali. In questo grande mondo ci sono circa diecimila entità parapolitiche e ci sono miliardi da recuperare con coraggio e determinazione”.

IL “MIRACOLO” DI MONTI. Ad ogni modo, per il ministro “l’Italia ha già fatto una cosa importantissima: rientrare con credibilità su tutti i tavoli. In questo Monti ha fatto un miracolo e l’Italia ora è protagonista, in alcuni casi riferimento, su tutti i tavoli internazionali”.

AFFONDO ALLA GERMANIA. Passera ha poi ribadito che in Europa esiste uno “schieramento forte” di paesi a favore di politiche per la crescita, anche se “è altrettanto chiaro che non abbiamo tutti con noi”. E qui un affondo alla Germania: “Ci sono Paesi che danno importanza esclusiva ai conti, il portabandiera di questa posizione è la Germania. L’aspetto della disciplina dei costi ci deve essere, perché guai a perdere la credibilità finanziaria, ma è chiaro che il disagio occupazionale e la crescita insufficiente devono essere fronteggiati con politiche più attive. L’Europa può fare di più”.

PONTE SULLO STRETTO “NON PRIORITARIO”: L’IRA DI MATTEOLI. Parlando di infrastrutture, è tornato a galla il famigerato ponte sullo stretto di Messina, opera tanto cara al precedente governo Berlusconi. Qui Passera non ha usato mezzi termini: “Non è una priorità”. Poche parole bastate a scatenare l’ira del suo predecessore Altero Matteoli: “Passera ogni giorno cambia i numeri sul decreto sviluppo. – ha detto l’esponente del Pdl –Gli 85 miliardi attivabili annunciati venerdì oggi si sono ridotti a 30-40. Lo stesso refrain ha utilizzato sui fondi per le infrastrutture, prima 20, poi 100 miliardi. Poco male, anzi male. Malissimo, invece, l’altro annuncio odierno arrivato dopo otto mesi di studi e di riflessioni sul ponte sullo stretto che il superministro considera non essere un’opera prioritaria. Questa idea rappresenta un grave errore e dimostra che il ministro ed il governo non siano lungimiranti ed abbiamo una visione ragionieristica e apolitica sulle infrastrutture. Noi continueremo a sostenere che il Ponte vada realizzato perché rappresenta un volano di crescita non solo per l’intero Sud ma per tutto il Paese e l’Europa”. Tra l’altro, si chiede Matteoli, “Passera ha verificato l’entità del danno che deriverebbe al bilancio dello Stato in caso di stop dell’opera per le penali da pagare alle imprese che dovrebbero realizzare il Ponte?”.

Scrivici su Whatsapp
Benvenuto in Pupia. Come possiamo aiutarti?
Whatsapp
Redazione
Condividi con un amico