FIRENZE. Matteo Renzi non rinuncia al ruolo di rottamatore. Ci vuole il ricambio generazionale per il Pd, dice il sindaco di Firenze ribadendo che non lascerà mai il suo partito.
Quando due anni fa abbiamo parlato di rottamazione ci hanno dato dei maleducati. Dopo ventanni che le stesse facce stanno in Parlamento, che i partiti cambiano nome e simbolo però i problemi restano uguali, o si ha il coraggio di una radicale rivoluzione delle forme della politica e dei volti dei politici, oppure ci troviamo Grillo al 20 per cento.
Renzi insiste, dunque, sulla necessità di rinfrescare la politica italiana cominciando, appunto, dal Pd: Il successo dei grillini e di Pizzarotti, ma anche di tanti volti nuovi dello stesso Pd, segnala che la questione generazionale è ormai impostata. Ora ci vuole il confronto sui progetti, e il terreno in cui si gioca questa partita sono le primarie.
Ricambio generazionale, ma con chi? Non partecipo al festival delle figurine Panini, tipo metti due sindaci della provincia al posto di DAlema e Veltroni. Però, una cosa è certa: chi è stato candidato tre volte, alle prossime politiche salta, niente deroghe. Non mi interessa lambizione personale spiega il Renzi ci si contende la leadership del partito. Non sono tentato da nessun tipo di lista civica né di visione cinica. Noi, un gruppo di amministratori di diversa provenienza geografica, anagrafica, culturale, siamo pronti ad aprire una leale competizione interna alle primarie in autunno.