BOLOGNA. Utilizzare i carcerati per ricostruire lEmilia colpita fortemente in questi giorni da violenti terremoti.
E lidea lanciata nella giornata di lunedì dal ministro della Giustizia, Paola Severino in visita al carcere della Dozza a Bologna.
Uniniziativa, secondo il Guardasigilli, che riguarderebbe i detenuti in semilibertà e non pericolosi. Si tratta di una piccola idea ha detto la Severino – di cui si deve ancora discutere con i direttori e i provveditori. In un momento come questo che richiede interventi tempestivi penso che si potrebbe vedere anche parte della popolazione carceraria protagonista di un’esemplare ripresa.
Lidea del ministro della Giustizia è quello di estendere il provvedimento non solo nelle carceri della regione. Questo raggiungerebbe il doppio obiettivo di far sentire utile la popolazione carceraria e di farla apparire utile alle persone colpite dal terremoto, ha detto. Ho sempre pensato che il lavoro carcerario sia una risorsa per il detenuto ha continuato la Severino- un vero modo per portarlo alla risocializzazione e al reinserimento nella società.
Il ministro, poi, ha parlato di un altro problema che hanno soprattutto i detenuti in Emilia, ovvero fare i conti con il terremoto sapendo di non poter scappare dalla cella. Abbiamo fatto in modo che tutte le celle rimangano aperte di giorno e di notte.
Non possiamo aggiungere al carcerato anche l’angoscia della claustrofobia ha detto la Guardasigilli in merito. Si può immaginare – ha aggiunto – lo stato d’animo dei detenuti durante i terremoti. Chi è in cella sa di non poter andare da nessuna parte.