Spaccio di droga in uffici Mediaset: 22 arresti in Lombardia

di Redazione

 MILANO. 22 arresti, tra Milano, Bergamo e Varese, nell’ambito di una maxioperazione contro il traffico di droga e armi in Lombardia, con un filone d’indagine che riguarda gli ambienti televisivi.

Dalle indagini condotte dai carabinieri del nucleo investigativo di Milano, i destinatari delle ordinanze di custodia cautelare rifornivano droga anche ad alcuni dipendenti del gruppo Mediaset, gli stessi arrestati lo scorso novembre e accusati di spacciare cocaina negli uffici di Cologno Monzese. All’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore della Dda di Milano, Antonio Sangermano, ha collaborato la stessa Mediaset.

Non sarebbero stati trovati riscontri, invece, su presunte cessioni di stupefacenti a personaggi del mondo dello spettacolo. Potrebbe trattarsi di “chiacchiere da bar” quelle emerse dalle intercettazioni ambientali nelle quali uno degli arrestati parla di alcuni vip, che infatti non sarebbero nemmeno stati ascoltati dagli inquirenti. Nelle circa 900 pagine di ordinanza, due degli arrestati, Marco Damiolini e Raffaele Laudano,nel corso di una conversazione datata settembre 2009, fanno i nomi di Maurizio Costanzo e Paola Barale che avrebbero acquistato cocaina da un loro conoscente. “Non so di cosa si stia parlando, le cose non mi riguardano in nessun modo, di tutte le persone citate conosco solo Paola Barale. Ancora una volta devo dire un colpo del sole africano”, ha commentato Costanzo all’Ansa.

La cocaina arrivava, tramite un gruppo di ecuadoriani, via mare (su container), per via aerea (grazie a corrieri) e con spedizioni postali, recapitate direttamente in una pizzeria nella zona dei Navigli milanesi. Poi erano degli albanesi che si occupavano di vendere all’ingrosso la droga a Damiolini, sempre più in cerca della cocaina vista la sempre più crescente “domanda”. Da alcune intercettazioni si evince che nel traffico fossero coinvolti anche ambienti della ‘Ndrangheta calabrese.

Tra gli indagati anche un dipendente della Sea, la società che gestisce gli aeroporti milanesi, che “nella sua qualità di responsabile del ‘Reparto Security’ dell’aeroporto di Linate- scrive il gip Fabrizio D’Arcangelo, che ha firmato le ordinanze- si adoperava per garantire l’elusione dei controlli doganali sui bagagli in arrivo presso il suddetto scalo, all’interno dei quali era celata la sostanza stupefacente”. La Sea ha provveduto immediatamente a sospendere il suo dipendente a titolo cautelare.

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