Bea e le sue torte: l’arte dolciaria può diventare imprenditoria?

di Redazione

BeaSANTA MARIA CV. A vederla camminare tra gli ulivi, dove si terrà il suo primo corso , bionda dagli occhi azzurro mare e sorriso aperto, si direbbe che Bea è una fata e nelle sue torte in pasta di zucchero c’è il suo mondo fantastico.

Beatrice Vitelli è più semplicemente una ragazza napoletana trapiantata a San Prisco per amore, che esprime la sua arte attraverso spettacolari creazioni dolciarie. “La mia malattia è apparsa all’improvviso- confessa mamma Bea, laureata in pedagogia con precedenti esperienze lavorative con i non vedenti – anche se ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è arte. In occasione del compleanno di mia madre ho deciso di farle un regalo personale: una torta. Per mia figlia Giulia poi, ho realizzato il primo castello e da allora la cake mania si è impossessata di me”.

“La soddisfazione di vedere la meraviglia, lo stupore, la gioia negli occhi di chi riceve la torta è impagabile”; questa motivazione l’ha spinta ad arricchire il suo bagaglio d’esperienza attraverso la partecipazione a fiere e a concorsi dove si è potuta confrontare con i cake designer più noti. Nel giro di poco tempo ha rivelato il suo talento e bruciato tutte le tappe, sempre inseguendo il livello di perfezione dei master del settore della lavorazione della pasta di zucchero.

In realtà, in questa passione che, attraverso l’impegno e la lungimiranza può diventare una vera e propria professione, non s’improvvisa nulla. Dalla copertura che non deve avere pieghe, alla fattezze dei personaggi (la forma degli occhi di un pirata piuttosto che il taglio del petalo di una rosa) ogni particolare traccia una netta linea divisoria tra un prodotto amatoriale ed uno di fine artigianato. ” La cosa più difficile- riprende Beatrice – è la fase di progettazione. Cercare di interpretare i desideri del committente, ed entrare in empatia con una persona che non conosci, se non attraverso la descrizione di un amico o di un familiare, è per me la parte più stimolante”.

Le sue torte sono, però, capolavori che rapiscono lo sguardo ma trovano degna celebrazione nel palato. Su questo punto la mamma prende il sopravvento sulla decoratrice: “Come pretendo per i miei bambini che ogni cosa che mangiano sia sano, allo stesso modo scelgo solo i migliori ingredienti per realizzare i miei dolci”.

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La scarsa qualità dei materiali usati da casalinghe improvvisate chef, è sicuramente una delle ragioni ostative alla diffusione della arte decorativa nel Meridione. Alla base della questione ci sono altresì ragioni di “ipermetropia economica” e meri interessi corporativi. In mancanza di risorse, investire nell’imprenditoria alternativa ,come l’alto livello di specializzazione nel campo della pasticceria artistica, potrebbe aprire nuovi scenari di mercato. Dopo aver intensificato i controlli di qualità, giovani professionisti come Bea con le loro fate, folletti, castelli incantati e babbo natale di zucchero, potrebbero essere il fiore all’occhiello del settore dolciario locale e non “concorrenti da demonizzare”.

Per adesso, però, i segreti della sua magia saranno a beneficio di coloro che vorranno iniziarsi al mondo delle torte di zucchero grazie al corso base (info tortedibea@gmail.com) organizzato dall’amico Paolo Papale nella splendida cornice dell’”Ulivo Saraceno” in Sant’Angelo in Formis, insieme all’amica Anna Giulia Vigoriti. La finalità del corso è“ incoraggiare i partecipanti ad essere consapevoli delle loro potenzialità creative. Potenzialità che si possono concretare anche realizzando un personaggio di zucchero”.

Questa è Bea: ragazza timida, giovane madre, pedagoga, cake designer ma soprattutto l’artista che, in ognuna delle sue torte, regala agli altri un po’ della sua unicità.

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