SANTA MARIA CV. E’ brillante ogni volta che racconta della nascita casuale del suo commissario Ricciardi. E’ profondo quando svela la parte più misteriosa e magica dei mondi paralleli che uniscono i vivi ai morti.
E’ divertente perché proprio non riesce a nascondere la sua passione viscerale per la squadra del Napoli. E’ stimolante se decide di giocare con i suoi personaggi e con i lettori e, quando interpreta un passo di prosa, la sua voce ipnotizza il pubblico. Ma lo scrittore partenopeo Maurizio de Giovanni è soprattutto una persona generosa. Prima autore per la Fandango, quindi per Einaudi e Mondadori, si dichiara soddisfatto di aver affidato “Gli altri fantasmi”, quello che considera uno dei libri a cui è maggiormente legato, a Edizioni Spartaco, coraggiosa e coriacea casa editrice di Santa Maria Capua Vetere. “Gli altri fantasmi” è una trilogia delle anime composta da testi pensati per il teatro ma che si leggono come racconti.
“La canzone di Filomena”, “Storia di Papo e Bimbomio”, “La casa è il mio regno” sono scritti inquietanti, duri, suscitano emozioni forti perché il vero protagonista è il dolore in tutte le sue declinazioni. Il volumetto è stato adottato dagli studenti delle classi III e IV C del liceo classico “Cneo Nevio” di Santa Maria Capua Vetere, i quali hanno incontrato de Giovanni nella Libreria Spartaco assieme a Silvio Laudisio, uno dei docenti più attivi dell’istituto.
La libreria di via Martucci è stata invasa da teenager di 15, 16 e 17 anni, ma anche da appassionati che apprezzano e seguono de Giovanni ormai da tempo. E lui non si è risparmiato. Ha regalato alla folta platea la lettura di suoi racconti inediti, ha letto un passo dal romanzo “Il metodo del coccodrillo” (ed. Mondadori) andato in ristampa per tre volte nel giro di un mese, per poi focalizzare l’attenzione su quei “fantasmi” che popolano certi incubi, spaventosi e atroci come la morte di un figlio.
“Nella Storia di Papo e Bimbomio ho provato a immaginare il vuoto incolmabile che può lasciare una perdita del genere ha spiegato lo scrittore -. Il racconto, ambientato sul Ponte della Sanità, era nato per far parte di un’antologia sui luoghi di Napoli noti perché infestati dagli spiriti. Ma alla fine decisi di tenerlo in un cassetto perché sentivo che non poteva essere quella la sua destinazione. Qualche tempo dopo l’Ospedale Santobono mi chiese un contributo per un libriccino che sarebbe stato venduto per raccogliere fondi e donai la Storia di Papo e Bimbomio“.
Storia che, tra l’altro, è stata portata sulla scena da un attore del calibro di Toni Servillo, in una versione in dialetto stilata per lo spettacolo teatrale “Servillo legge Napoli”. Anche la protagonista della Canzone di Filomena è una bambina, una creatura dagli occhi neri costretta, all’inizio del Novecento, a fare i conti con la povertà, con la perdita della propria madre e con gli abusi di un padre fragile e disperato. Sarcastico e tagliente è invece La casa è il mio regno, un dialogo serrato tra marito e moglie il cui unico collante ormai è l’odio reciproco.
Il filo rosso che unisce i tre testi raccolti nel libro “Gli altri fantasmi” (ed. Spartaco, 72 pagg., 7 euro) sono le anime dei morti che, come scrive de Giovanni, “confondono la morte con la vita, consapevolmente o inconsapevolmente, e continuano a esistere guardando ai vivi con disperato desiderio, e con la tardiva volontà di cambiare le cose, di mutare il destino anche quando sembra troppo tardi”.