Lettera aperta di Mario Tudisco alla città

di Redazione

Mario TudiscoSANTA MARIA CV. Cari concittadini, da ieri non sono più Assessore comunale in quanto il sindaco Di Muro ha ritenuto di revocarmi l’incarico in questione.

In quasi dodici mesi mi sono battuto, nonostante le mie difficoltà personali, affinché la nostra Città potesse intravedere un barlume di futuro all’insegna della Cultura, della Storia plurimillenaria, dell’ Arte in ogni sua forma e, soprattutto, sotto l’egida della piena Legalità. Con pochi soldi a disposizione, infatti, ho cercato di smuovere le acque in una Città dall’encefalogramma quasi completamente piatto.

Oggi più di allora sono convinto che Santa Maria Capua Vetere non possa consentirsi ulteriori pause; si tratta di individuare seriamente quale sia la nostra reale vocazione del Territorio e della comunità prima che sia troppo tardi. Non so se ho svolto un buon lavoro o non, solo il tempo potrà rispondere a questo interrogativo e di solito il tempo è galantuomo.

Mi restano due crucci fondamentali per cui Vi chiedo scusa anticipatamente: non essere riuscito a far riaprire la Biblioteca comunale ( nonostante avessi individuato la cifra necessaria alla sua riapertura parziale) e non aver avuto il tempo necessario per stilare – insieme alla Soprintendenza – la “Carta Archeologica” ossia la Mappa dettagliata dei Siti pubblici e privati presenti su un Territorio che opportunamente valorizzato farebbe impallidire anche Pompei! Ma posso garantirvi sulla mia parola d’onore che – almeno negli ultimi mesi ( così come può testimoniare la mia amica fedelissima e Segretaria personale Antonella Canalonga) sono stato finanche osteggiato come si può evincere nel caso del Concerto di Pietro Condorelli che, comunque, riuscii ad organizzare lo stesso tramite numerosi Sponsor privati.

Come scrivevo all’inizio, ieri il Signor Sindaco mi ha revocato l’incarico assessorile con una spiegazione che non sta né in cielo né in terra: secondo lui avrei agito in distonia con le finalità dell’amministrazione comunale e in conflitto con le forze politiche di maggioranza.

Questa esternazione del Primo Cittadino è menzognera e infantile. Nemmeno un mese fa, infatti, lo stesso Sindaco non volle accettare le mie dimissioni. E ai giornali locali dichiarò testualmente: “Serve ancora molto a noi e alla Città”. E poi, per dirla tutta, come mai il Sindaco mi ha offerto – se ero in contrasto con l’amministrazione – l’incarico di Consulente alla Cultura? Nonostante questa evidente contraddizione in termini ( tertium non datum: o ero allineato agli obiettivi amministrativi o non lo ero…) avverto la necessità di ringraziare il Sindaco due volte. La prima: per avermi concesso l’opportunità di essere Assessore comunale nell’esclusivo interesse della Città. La seconda: per avermi sottratto a questo delicato ruolo proprio mentre l’azione della magistratura sta iniziando a concentrarsi su Palazzo Lucarelli con tutte le conseguenze possibili ed immaginabili!

Nel porgere i sinceri auguri di buon lavoro al mio successore, consentitemi una ultima riflessione: apparentemente la mia “ testa “ era stata richiesta dal gruppo consiliare dei Sammaritani. Ma – essendo costoro solo bassa manovalanza politica – la causa principale va ricercata nella “ Cupola “ che si è impossessata della Attività amministrativa e che è composta da Luigi Di Muro – Franco Lamanna e Giuseppe Stellato.

Mario Tudisco
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