NAPOLI. Antonio Mennetta, 27 anni, ritenuto il capo del gruppo della Vanella Grassi, attivo a Secondigliano, arrestato lo scorso 22 luglio dai carabinieri in un appartamento nel quartiere di San Pietro a Patierno, è stato scarcetato.
Per il gip non c’è la prova che sia un boss della camorra. Il giudice ritiene, inoltre, “non integrato un sufficiente quadro indiziario sulla scorta delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Maurizio Prestieri, Antonio Pica e Carlo Capasso, i quali si limitavano a riconoscere in fotografia lindagato quale affiliato al clan Di Lauro ma nulla dicevano circa la gestione da parte dello stesso di una piazza di spaccio”.
Irreperibile da gennaio, Mennetta si era recato in visita alla moglie ed al figlio di un anno a bordo di uno scooter di grossa cilindrata, con il casco che gli copriva la testa. Quando si è accorto della presenza dei militari ha tentato la fuga sui tetti, ma ha desistito quando si è visto circondato.
La piazza di spaccio in via Vanella Grassi, chiamato “aret’ ‘a Venella”, al centro di Secondigliano, quartiere periferico di Napoli, è una delle più importanti della zona. Non ha la “notorietà” delle altre piazze di spaccio di Scampia, ma inquirenti e cronache raccontano il suo esser stata e continuare ad essere uno snodo importantissimo per gli equilibri tra i clan della galassia dilauriana e scissionista. Un tempo territorio dei Di Lauro, fu l’epicentro della cosiddetta seconda scissione, quella del 2007. I clan Magnetti e Petriccione, rimasti fino ad allora con la cosca di via Cupa Dell’Arco, passarono con gli spagnoli degli Amato-Pagano. Per questo li chiamano “i girati”: sono gli scissionisti della seconda ora, quelli che hanno abbandonatoil clan già sconfitto nella prima, cruenta guerra di camorra. Secondo gli investigatori, il gruppo criminale della Vanella Grassi avrebbe un ruolo cruciale nella scissione della scissione, la nuova faida che, dopo aver covato per mesi, è esplosa nei primi mesi dell’anno con alcuni omicidi.
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