GRICIGNANO. E da qualche settimana, oramai, che ai cittadini di Gricignano e dei paesi limitrofi viene negato un diritto fondamentale: quello di respirare.
Nelle ore notturne le abitazioni vengono invase da un fetore che provoca disturbi allo stomaco e dà bruciore agli occhi, al punto tale da essere costretti a sequestrarsi in casa, serrando porte e finestre. Dubbi sullorigine di questi odori nauseabondi, gli stessi, sia per fragranza che per tempistica, segnalati non solo dai gricignanesi, ma anche da lettori di Carinaro, Succivo, SantArpino, Orta di Atella, fino a Marcianise, Caivano e Frattamaggiore.
Qualche anno fa, era il 2008, dopo una lunga protesta, supportata da una battaglia legale, venne chiuso uno stabilimento situato ad Orta, operante nel settore del trattamento di frattaglie animali ma che, nel periodo dellemergenza rifiuti, aveva iniziato ad occuparsi anche di rifiuti urbani. Nellaria, durante la notte, si avvertiva un fetore asfissiante, terminato dopo la chiusura dellopificio.
Poi, lestate del 2011, lincubò era ritornato: in questo caso fu segnalato come origine della puzza un altro stabilimento, situato nella zona industriale di Gricignano, specializzato nel recupero di materiali ferrosi ma anchesso successivamente autorizzato a trattare rifiuti urbani. Lopificio, a seguito delle segnalazioni di cittadini, associazioni e partiti, fu oggetto di controlli dellArpac che riscontrò alcune inadempienze sullutilizzo di aree come deposito incontrollato di rifiuti.
Da quel momento la puzza sembrava sparita. E invece, complice il caldo di questo periodo, ora è tornata e sta creando pesanti disagi ai cittadini che pretendono di essere salvaguardati nella propria dignità e salute in un territorio già storicamente martoriato dagli sversamenti incontrollati di rifiuti, pericolosi e non, e con un tasso di mortalità per neoplasie sempre più elevato.
Da qui la richiesta di interventi urgentissimi nei confronti delle autorità preposte (amministrazioni comunali, Prefettura, forze dellordine, Arpac) affinché si effettui uno screening del territorio afflitto dal fenomeno per individuare la fonte della puzza, sicuramente proveniente da uno stabilimento della zona compresa tra la zona industriale di Aversa Nord e quella di Napoli Nord.