ISOLA DEL GIGLIO.
Lo ha rivelato il Corriere della Sera, riferendo del lavoro dei periti incaricati di esaminare lo strumento che a bordo registra ogni cosa avvenga nella sala comando. La scatola nera della nave Concordia, infatti, non ha registrato nulla del naufragio al Giglio perchè era in avaria già quattro giorni prima dell’incidente.
Inoltre, la notte del naufragio non funzionarono nemmeno le porte dei compartimenti stagni che non si chiusero quando l’acqua cominciò ad entrare dallo squarcio sul fondale provocato dallimpatto con gli scogli. La loro chiusura avrebbe evitato lallagamento intero dello scafo.
Secondo i periti, le porte stagne erano aperte durante la navigazione, contrariamente ai regolamenti di navigazione, e al momento di chiuderle per bloccare l’acqua non avrebbero risposto i comandi.
Quanto alla scatola nera, i consulenti nominati dal giudice di Grosseto hanno accertato, grazie ad uno scambio di mail tra la nave la compagnia e la società di assistenza tecnica, che la scatola nera era guasta dal 9 gennaio, ovvero quattro giorni prima del naufragio, e che l’intervento di riparazione era stato concordato per il 14 gennaio all’arrivo nel porto di Savona. Secondo il codice di Navigazione, le navi non possono salpare senza la piena efficienza dei sistemi di controllo.