Ingroia andrà in Guatemala: “Lì i giudici non sono denigrati”

di Mena Grimaldi

 PALERMO. “Da tempo le Nazioni Unite mi hanno proposto l’incarico. La proposta la considero una sorta di prosecuzione della mia attività in Italia. In quelle latitudini, per fortuna, i giudici antimafia italiani sono apprezzati anziché denigrati e ostacolati”.

Sono queste le parole del procuratore aggiunto Antonio Ingroia, diventato uno dei simboli dell’antimafia, in merito al suo “trasferimento” in Guatemala.

Ingroia, che è stato al centro di roventi polemiche per le intercettazioni delle conversazioni del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, finite davanti alla Consulta, dovrebbe lasciare Palermo in autunno.

Il tempo necessario al Csm, che potrebbe pronunciarsi già lunedì prossimo, per ratificare il via libera dato dal Guardasigilli, Paola Severino, al suo collocamento fuori ruolo.

Il procuratore per un anno andrà in Guatemala a fare il capo dell’unità di investigazioni e analisi criminale contro l’impunità nel Paese centroamericano.

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Redazione
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