SAN MARCELLINO. Sono tempi, quelli che stiamo vivendo, duri per i cittadini quanto per le casse comunali.
In numerosi comuni, per far fronte al regime di austerità, si è deciso di rinunciare alle indennità e di ridurre le tasse per gravare di meno sulle spalle dei cittadini, ma non a San Marcellino. Lamministrazione comunale, infatti, al fine di raggiungere un equilibrio economico nel servizio idrico, ritiene necessario modificare le tariffe per le acque reflue, quindi sceglie di gravare ulteriormente sui contribuenti. Secondo la proposta presentata dalla maggioranza, i cittadini dovrebbero pagare una tariffa di depurazione non inferiore a quella regionale aumentata del 35%.
Il leader dellopposizione, Anacleto Colombiano, decide di ritornare sul tema delle acque reflue manifestando il proprio disaccordo sullaumento delle tasse per i contribuenti ed evidenziando che non ci sono depuratori sul nostro territorio e che San Marcellino versa in una situazione di pericolo e degrado sotto laspetto idrogeologico, in quanto, ogni qualvolta piove, le acque reflue viaggiano sulle strade e non nei collettori.
In una nota, il leader del gruppo Ancora ha dichiarato: Considerata la grave crisi economica che stiamo attraversando, riteniamo giusto che non venga applicato nessun aumento oltre il canone regionale, già ingiusto e iniquo, perché non è dato nessun servizio alla nostra comunità da parte degli organi sopracomunali. Sarebbe più giusto ed equo seguire lesempio di comuni come Trentola Ducenta, dove il sindaco e gli assessori hanno rinunciato allindennità di carica per consentire una riduzione delle tasse e non gravare ulteriormente sulle spalle dei cittadini.