Ecoballe, pentito accusa Sagliocco. Il sindaco: “Non ne so niente”

di Nicola Rosselli

Giuseppe SaglioccoAVERSA. Un pentito di camorra tira in ballo il sindaco Giuseppe Sagliocco. Nell’informativa dei carabinieri di Caserta, datata 12 luglio 2012, depositata venerdì scorso dal pmAntonello Ardituro e allegata alla richiesta di rinvio a giudizio acarico dell’ex sindaco di Villa Literno Enrico Fabozzi, …

… si ricostruisce un ipotetico patto a tre tra politica, imprenditoria e delinquenza organizzata. Non tante, “solo” 32 pagine nelle quali si profila uno scenario inquietante con i politici nella veste di presunti complici non solo della camorra, ma anche del disastro ambientale costituito dalle famigerate eco balle depositate da anni a Villa Literno.

Nei verbali desecretati di Gaetano Vassallo (l’ecomafioso originario di Cesa, gola profonda che hacontribuito non poco a tirare in ballo anche l’onorevole Nicola Cosentino) e Tammaro Diana, oltre a fatti e personaggi già noti, grazie a Diana, viene fuori anche il nome di Sagliocco, all’epoca dei fatti consigliereregionale di Forza Italia, oggi primo cittadino indipendente, a capo di una coalizione di centrodestra, Udc compresa. Diretta l’accusa, sia lui che l’ex sindaco di Villa Literno avrebbe fatto in modo, in sede politica, per far cadere le scelte su terreni che dovevano ospitare le ecoballe, accaparrandoseli attraverso prestanome per lucrare sui ristori.

A proposito del sito di stoccaggio liternese, racconta TammaroDiana, il proprietario del centro commerciale Jolì, reoconfesso e pentito, «questa vicenda ha avuto due protagonisti principali: il sindaco Fabozzi Enrico e Michele Zagaria. Appresi parte di tutte questa vicende nel corso di un incontro tra noi affiliati del clan Bidognetti, intorno al 2002 (a rilettura probabilmente era il2003), cui partecipò il reggente del sodalizio e vale a dire GuidaLuigi», in cui non mancarono mugugni e malumori contro Zagaria. «Guida e Bernardo Cirillo– dice Diana – cominciarono a parlare di questo ampliamento del sito a Villa Literno lamentandosi del fatto che ancora una volta Michele Zagaria era riuscito a fare migliori affari, mettendo in secondo pianogli interessi della famiglia Bidognetti». A loro dire, «Michele Zagaria era riuscito a manovrare a livello politico in modo tale da ottenere che il sito fosse ampliato su terreni di Villa Literno di persone vicinoallo stesso Michele Zagaria».

Una sorta di vincita al Superenalotto per i proprietari: «Il canone di affittoin poco tempo, se non ricordo male si parlava di circa 5 anni,consentiva di rientrare nel valore sborsato per acquistare i terreni ocomunque era pari da raggiungere in 5 anni il valore dei terreni. Era un grande business in cui si lanciarono Zagaria Michele ma insieme a luianche i politici, tra cui il consigliere regionale Sagliocco Giuseppe e Fabozzi Enricom che non a casom non appena venne elettom fra le prime coseche fece diede il consenso ad utilizzare i terreni del suo comune perl’ubicazione del sito di stoccaggio».

In quel periodo, ricorda Diana, «vi fu una vera e propria gara a comprare i terreni in vista dellalocalizzazione del sito», terreni che furono pagati più del prezzo di mercato. I coloni «furono invogliati a lasciare i terreni con dei buoni compensi, perché l’affare era così ghiotto che conveniva sopportarequalche spesa aggiuntiva».

Sempre secondo il pentito, relativamente a Fabozzi: «Quando venne eletto sindaco si era già accaparrato come prestanome,così come il Sagliocco, alcuni terreni che non solo autorizzòl’utilizzazione del sito come luogo di stoccaggio dei rifiuti, ma gestìanche i diversi appalti connessi alla realizzazione del sito». Lavori che furono affidati, hanno accertato i carabinieri, ai fratelliCarandente (gli stessi della discarica di Chiaiano) e ai fratelliMastrominico (coimputati di Fabozzi). Mauro Carandente, chesuccessivamente aveva lavorato nel cantiere del Jolì, gli avevaconfidato di essere riuscito a ottenere i lavorio di sbancamento «inquanto – racconta Diana – aveva pagato una grossa tangente che non mi quantificò al sindaco di Villa Literno».

SAGLIOCCO: “NON NE SO NIENTE”. «Di questa vicenda giudiziaria non so assolutamente nulla, so invece chemi sono sempre battuto, da consigliere regionale di opposizione durante la gestione Bassolino, contro le realizzazione di siti inquinanticompreso quello di ecoballe di Villa Literno. Ho pieno rispetto e fiducia nella magistratura che ha strumenti e capacità per fare chiarezza e individuare responsabilità. Io sono assolutamente sereno». Sagliocco prende le distanze in maniera netta dalle accuse di un collaboratore di giustizia secondo il quale avrebbe lucrato sulla compravendita di terreni destinati ad ospitare le famigerate ecoballe a Villa Literno.

«È la prima volta che sento una cosa del genere. Io ho presentato inconferenze stampa e poi consegnato alla Procura la prima mappa dei siti inquinati e degli impianti dannosi creati in provincia di Casertadurante l’emergenza rifiuti. Ho denunciato i danni delle immissioni gassose, del percolato, all’agricoltura e alla salute dei cittadini. Ho chiesto che si indagasse per disastro ambientale e si facesse luce su unmodo di far politica che calpestava i diritti dei cittadini e la salute pubblica. E quando dicevo questo la Campania era governata dal centrosinistra di Bassolino, che ha gestito l’emergenza rifiuti per 15anni, e io ero all’opposizione con il Pdl».

«È assurdo. – continua il sindaco – non so nulla di queste presunte compravendite, non ho mai avuto nulla a che vedere nè politicamente nè in altro modo con Fabozziche era un mio avversario politico. È al contrario noto e documentabile il mio impegno contro la gestione dell’emergenza rifiuti nell’epocaBassolino, la trasformazione della provincia di Caserta in un immenso sversatoio con danni disastrosi all’ambiente e facendo lievitare l’incidenza di tumori. Già dal 2006-2006 ho presentato esposti inProcura, contro la camorra, contro gli interessi affaristici nel settore dei rifiuti in Campania. Auspico che presto la magistratura facciachiarezza su tutto questo».

«Sull’emergenzarifiuti, su come è stata gestita la mia posizione – conclude il primo cittadino – è stata semprechiara ed è nota a tutti. Dire che io abbia fatto parte del sistema checombattevo e che continuo a combattere anche con le mie attualiiniziative da sindaco di Aversa è davvero per me inconcepibile. Comunque, esistono delle indagini e la magistratura sta verificando fatti ecircostanze, io sono pronto a dare qualsiasi collaborazione qualora mi venisse richiesta».

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