AVERSA. Lespianto multiplo di organi avvenuto al San Giuseppe Moscati nella notte tra il 20 e 21 agosto dà occasione a Pino Cannavale, esponente di Futuro e Libertà, di esporre il pensiero della sua parte politica sulla situazione del nosocomio cittadino.
Che al Moscati ci fossero delle eccellenza, prima tra tutte la Rianimazione diretta da Francesco Diurno esordisce è un dato noto. Ma aggiunge è altrettanto noto che nel presidio vi siano situazioni estremamente negative come quelle rappresentante dal recente blocco dei ricoveri in gastroenterologia e dallaccorpamento di tre reparti, senza parlare delle croniche carenze del pronto soccorso, denunciate quasi quotidianamente da ammalati, medici e paramedici. Così continua sembra inopportuno utilizzare la notizia di un espianto multiplo per trovare occasione di gratificare con un pubblico plauso il direttore di un nosocomio che da chiari segni di coma, unendolo al plauso rivolto ai familiari del donatore che sono gli unici a meritare plauso e riconoscenza per avere preso una decisione certamente dolorosa e difficile, soprattutto nel nostro territorio, qual è quella di donare gli organi di un congiunto.
A nostro parere, il comunicato diffuso dallAsl prosegue Cannavale dà la sensazione di voler distrarre lattenzione dellopinione pubblica dalla realtà in cui si dibatte un presidio in cui non si riesce a fermare lemorragia del personale creata da trasferimenti e pensionamenti, avvenuti senza sostituzione, e che continua ad avere reparti senza primari di ruolo. Inoltre continua da limpressione che lespianto sia stato reso possibile anche dal direttore sanitario del nosocomio e non solo dalle capacità, ampiamente dimostrate e riconosciute, dellequipe di Diurno che, come ha già fatto in altre analoghe occasioni, ha permesso lespianto degli organi alle almeno tre squadre di specialisti arrivate appositamente al Moscati e neppure menzionate nel comunicato.
Futuro e Libertà dice Cannavale desidera che la squadra di Francesco Diurno non resti la sola eccellenza di un presidio che garantisce assistenza a mezzo milione di cittadini. Un presidio che va riqualificato recuperando le attrezzature, la funzionalità, lefficienza, laffidabilità e il personale di cui necessità per non diventare a sua volta donatore di organi ad altri ospedali regionali od extraregionali.
Per questo conclude Futuro e Libertà chiede al sindaco Sagliocco, che da sempre ha avuto a cuore la sorte del nosocomio, di fare tutto quanto in suo potere per riportare la struttura al ruolo che le compete, quello di fiore allocchiello dellAsl Caserta cui era stata destinato quando lazienda si chiamava Caserta 2.