Tatavitto: “Basta con le bugie sul Moscati”

di Antonio Arduino

Giuseppe TatavittoAVERSA. Il direttore sanitario del “San Giuseppe Moscati”, Giuseppe Tatavitto,non ci sta a subire l’ennesimo attacco portato all’efficienza dell’ospedale di Aversa con la notizia della presunta chiusura delle sale operatorie.E replica in maniera chiara e inequivocabile.

“Dire che la Gastroenterologia è stata chiusa ai ricoveri è un falso. Così come è falso dire che è chiusa una sala operatoria al secondo piano del presidio per il fuori servizio dei condizionatori. Si tratta di notizie che non rispondono alla verità. Perché – spiega – in questo momento i ricoveri in gastroenterologia ci sono e le sale operatorie lavorano a pieno ritmo”.

“Chi, per negare la realtà, – continua Tatavitto – fa riferimento ai ricovero ordinari, quelli cosiddetti di elezione, sa che all’ospedale Moscati i ricoveri di elezione si contano sulla punta delle dita e riguardano solo l’otorino, la ginecologia e la chirurgia mini invasiva, rappresentando una percentuale complessiva del 6-7 per cento, tutti gli altri sono ricoveri per urgenza ed emergenza”.

“Al Moscati – sottolinea il direttore sanitario – lavoriamo esclusivamente per urgenza ed emergenza”. “Un dato che, del resto, è stato riconosciuto anche a livello regionale essendo il nosocomio classificato Dea di secondo livello di emergenza ed urgenza”, ricorda Tatavitto. Poi, tornando alla questione della chiusura della Gastroenterologia e della sala operatorio dice: “Attualmente la gastro non è chiusa. Infatti, al terzo piano del presidio ha sei ricoverati seguiti dai medici dell’endoscopia, i ricoveri più impegnativi vengono effettuati al piano terra dalla medicina generale e di urgenza”.

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“Quanto ai trapiantati – aggiunge – a differenza di quanto dichiarato dall’associazione trapiantati, non c’è alcun pellegrinaggio tra ospedali, vengono seguiti da noi regolarmente in regime ambulatoriale”.

Infine, Tatavitto fa una chiosa sulla situazione di precarietà di alcuni aspiranti primari che temono la cancellazione delle loro speranze di carriera dall’applicazione delle norme di legge. “Il decreto 46 del 2011 che ha modificato il piano ospedaliero, ha dato disposizioni che – afferma – stiamo già attuando circa la diabetologia e la dietologia che devono realizzare una organizzazione flessibile con la medicina generale, facendo sì che i sanitari impegnati in quei servizi vengano utilizzati anche in medicina e pronto soccorso”.

“Inoltre, – continua – impone l’obbligo cha l’unità di Gastroenterologia e quella di Endoscpia Digestiva (oggi distinte e dirette da due responsabili diversi, ndr) si fondano diventando una sola unità operativa complessa che, sotto un unico responsabile, utilizzi tutto il personale medico e paramedico disponibile. Stessa cosa per la radiologia e la neuroradiologia”.

“Circa la chiusura della sala operatoria, come dimostrano i registri, questa non c’è mai stata. Quei locali hanno subito semplicemente una variazione della temperatura interna massima sopportabile dagli utenti, a causa dell’avaria di un compressore. Sostituito immediatamente da due compressori esterni che, non avendo la stessa potenza di quello fuori servizio, limitano la temperatura interna a 26 gradi, e non a 24 come in precedenza, rimanendo però nei limiti stabiliti dalla norme che fissano a 28 gradi la temperatura massima consentita nella sala operatoria”.

“Naturalmente – conclude Tatavitto – la sostituzione è stata una soluzione di emergenza dovuta all’impossibilità di ottenere i pezzi di ricambio necessari dalla ditta costruttrice chiusa per ferie fino al 31 agosto”.

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