POTENZA. Siè aggrappata con tutte le sue forze per cercare di salvarsi. I “segni inequivocabili” – così li definiscono gli investigatori – di quell’ultimo, disperato tentativo …
… sono impressi su una parete del pozzo in cui è stato trovato il corpo senza vita di Sveva Taffara, la ragazza di Settimo Torinese che ha trovato la morte a Barile (Potenza).
Secondo quanto rivela la ”Gazzetta del Mezzogiorno” ora quei segni sono impressi anche sulle fotografie scattate dai carabinieri e finite nel fascicolo che il pubblico ministero di Melfi, Renato Arminio, ha aperto per far luce sulla misteriosa morte della ragazza. Il sospetto, avanzato dal quotidiano pugliese,è che Sveva sia arrivata a Barile con qualcuno, probabilmente in auto. Perché l’azienda agricola che siè trasformata nella scena del crimine – sulla strada che collega Barile a Ginestra – non è facile da raggiungere a piedi e nonè servita da mezzi pubblici. E Sveva portava con sé bagagli pesanti, tra cui un trolley. E’ difficile credere che sia arrivata lì da sola, carica di borse, beauty e trascinando la valigia. E che poi si sia tolta i vestiti a una certa distanza dall’azienda agricola, che abbia portato con sé il pesante trolley per diversi metri, che sia caduta nel pozzo e abbia poi richiuso il pesante coperchio di ferro.
Al momentoè comunque una delle ipotesi che i carabinieri del reparto operativo di Potenza e quelli della compagnia di Melfi non scartano. Ma appare affrettato ‘bollare’ già da ora il caso come suicidio. Gli unici elementi che lo lascerebbero pensare sono le cattive condizioni psichiche della ragazza che, da qualche tempo, pare fosse seguita dai servizi sociali. La Procura però non vuole lasciare nessuna zona d’ombra e ha disposto anche rilievi scientifici per accertare l’assenza di droghe o alcol.
Il cadavere di Sveva Taffara è stato ritrovato ieri, dopo che la ragazza mancava da casa ormai da alcune settimane. L’ipotesi inizialmente seguita dagli inquirenti è stata quella del suicidio:Sveva, madre di una bambina di due anni, avuta con l’ex compagno, era infatti seguita dai servizi sociali per una forte forma di depressione.
L’ultima volta Sveva era stata vista viva a Milano Marittima, dove era arrivata a inizio agosto per una vacanza con l’attuale fidanzato. Poi una lite e la decisione di interrompere le ferie anticipatamente. Sveva sarebbe dovuta tornare a casa il 7 di agosto, ma i suoi familiari non l’hanno più vista: il fratello, Kevin Taffara, decide quindi di allertare le forze dell’ordine e il 14 agosto pubblica su un quotidiano piemontese un appello: “Aiutatemi a ritrovare Sveva”, è il titolo dell’articolo della “Nuova periferia” in cui si spiega che alcuni effetti personali della giovane (tra cui il trolley) sono stati trovati a Barile, nel Vulture-Melfese.
Le ricerche scattano immediatamente, ma solo giovedì viene riportato alla luce il cadavere. E’ uno dei figli del proprietari del terreno, forse insospettito dal cattivo odore di decomposizione, a trovarsi davanti a una macabra scena: il corpo nudo (aveva solo gli slip) si intravede galleggiare in un pozzo per la raccolta dell’acqua piovana, di soli quattro metri di diametro ma molto profondo.