Moody’s: “Italia salva nel 2013”. S&P: “Usa a rischio recessione”

di Redazione

 ROMA. Dopo le severe bocciature dei mesi scorsi le agenzie di rating tornano a giudicare benevolmente l’operato del nostro governo.

La prima a farlo, in ordine di tempo, è Moody’s che disegna uno scenario meno cupo per l’Italia, a patto che il nostro paese svolga con diligenza i suoi compiti. Secondo la società di New York la crisi del debito europeo è solo a metà strada “nel miglior dei casi” e paesi come Grecia e Irlanda potrebbero richiedere fino al 2016 per completare il loro programma di risanamento dei conti. Ma Italia, Spagna e Portogallo potrebbero invece uscire dall’attuale stato di cose entro il 2013 se sapranno applicare compiutamente le riforme adottate sino ad ora. È quanto sostiene Moody’s in un rapporto sugli squilibri esterni dell’eurozona diffuso martedì mattina. Secondo l’agenzia di rating, tutti e cinque i paesi hanno già varato le difficili, ma necessarie, riforme per uscire rafforzate dalla crisi, tuttavia “questa fase di aggiustamento è completa a metà nel migliore dei scenari, a seconda del paese in questione”.

S&P: USA A RISCHIO RECESSIONE. Mentre Moody’s e Fitch vedono la possibile schiarita nell’ Eurozona, Standard & Poor’s segnala l’addensarsi di nuvoloni neri Oltreoceano. La possibilità di una nuova recessione negli Stati Uniti è aumentata, scrive l’agenzia di rating in un rapporto, mentre le probabilità di un rallentamento nell’economia dell’ Eurozona restano alte. Proprio per questo, Standard&Poor’s sostiene di non ritenere che “le economie degli Stati Uniti e dell’Europa miglioreranno sostanzialmente il prossimo anno”. Le altre due agenzie americane hanno incoraggiato in particolare l’Italia e lodato il governo Monti. “Con l’economia globale che si indebolisce fra considerevoli rischi al ribasso, prevediamo condizioni di credito difficili” si legge in una nota di Standard & Poor’s, secondo la quale “i rischi di una vera ‘doppia recessione’ (o recessione a W, quando dopo una breve ripresa il Pil torna nuovamente in territorio negativo) in Eurolandia restano alti”.

FISCAL CLIFF. Ad aumentare l’incertezza delle prospettive economiche americane sono il possibile contagio dalla crisi del debito europea, l’economia cinese e il cosiddetto fiscal cliff, ovvero la possibilità che all’inizio del prossimo anno scattino tagli alla spesa e aumenti delle tasse insieme. Resta da capire quando e se è il caso di dar retta alle analisi delle stesse agenzie che a più riprese hanno gelato l’Italia e l’Eurozona con valutazioni pesanti e tagli di rating.

FITCH. L’agenzia di rating Fitch esprime le stesse considerazioni di Moody’s sui paesi della zona Euro che potrebbero subire un rallentamento se non mostreranno dei progressi sulla strada del risanamento “entro la fine dell’anno”. Nella sua intervista a Bloomberg tv il direttore operativo dei rating, David Riley, ha però riservato un giudizio positivo al premier italiano Monti: “L’attuale governo italiano ha tantissima credibilità”. Per il direttore Fitch “l ‘Italia non ha bisogno di altre misure di austerità, quelle varate sono sufficienti, ma ora sono necessarie le riforme”.

GRECIA. Intanto, il governo greco ha approntato un nuovo pacchetto di tagli alla spesa pubblica pari a 13,5 miliardi di euro e non più per 11,5 miliardi come richiesto in un primo tempo dalla Troika per concedere alla Grecia ulteriori aiuti economici. Atene vorrebbe inoltre ottenere una proroga di due anni sulla tabella di marcia per abbattere il deficit al di sotto del 3% del Pil. Lo riferisce la stampa ateniese secondo cui l’incremento del taglio dipende dai calcoli effettuati dal ministero delle Finanze sulla base delle proiezioni delle entrate fiscali e dei contributi previdenziali che con le nuove misure diminuiranno provocando un “buco” nel bilancio di altri due miliardi di euro. La delicatezza della situazione greca è confermata dai dati sulla disoccupazione, aumentata dell’1,59% tra giugno e luglio.

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