RIMINI. La fine della crisi si inizi a intravvedere, ma bisogna non nascondere i problemi sulla crescita. La situazione non è delle migliori e l’eredità della seconda Repubblica è davvero deludente. L’uscita dalla crisi dipenderà molto da quello che riusciremo a fare.
A dirlo il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, intervenuto nella mattinata di lunedì al Meeting di Comunione e Liberazione in corso in questa settimana a Rimini. Passera ha spiegato come solo grazie a Mario Monti abbiamo evitato il commissariamento, ma ci siamo arrivati molto vicini. L’umore del mondo nei nostri confronti – ha spiegato il ministro – è stato cambiato dalla dimostrazione di unità che il Paese è riuscito a dare.
Per quanto riguarda le tasse, invece, ha detto: Abbiamo una delle più alte tassazioni al mondo: è una zavorra che dobbiamo correggere. Il governo deve trovare le risorse per il welfare e per ridurre la fiscalità ai cittadini e alle imprese oneste. Il nostro welfare ha dei rischi che derivano da tante inefficienze, tanti sprechi e da tante frodi che ci sono dentro, ha continuato Passera sottolineando tuttavia come questa è la parte più facile da sistemare.
Parliamo di come sviluppo e welfare devono convivere e se non c’è uno non c’è l’altro. Il welfare è una scelta di civiltà che parte dalla necessità di riconoscere dignità alla vita umana. La coesione sociale – prosegue Passera – è la base della crescita. La coesione e la competitività vanno insieme.
Sulla produttività dobbiamo recuperare. Rispetto all’Europa siamo indietro. La produttività viene da tante cose ma viene anche da una componente che è nelle mani delle parti sociali.