RAVENNA. Guadagnavano dai 10 ai 60 euro al giorno chiedendo lelemosina che poi consegnavano ad una vera e propria organizzazione criminale che li sfruttava e adava a loro giusto qualche monetina per il pranzo.
Così un’associazione composta da romeni è stata smantellata grazie a un’operazionedei carabinieri,coordinata dalla Dda di Bologna, con la collaborazione della polizia romena. Due gli arresti,una badante rumena 32enne e un connazionale 31enne, e otto gli indagati a piede libero, tra cui tre donne. Per loro le accuse sono diassociazione per delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitùe allatratta di essere umani.
L’inchiesta era iniziata nel febbraio 2011, quando i carabinieri erano intervenuti in un appartamento di San Pancrazio di Russi per una lite domestica. All’interno avevanotrovato diversi giovani romeni in precarie condizioni di igiene, malnutriti e costretti a dormire in materassi stesi sul pavimento. Secondo le indagini del Nucleo Operativo, l’intero giro si basava su quattro fasi organizzative.
Nella prima, il reclutamento, si prospettava ai giovani con problemi evidenti la possibilità di una vita migliore in Italia. Quindi veniva il trasporto e l’ingresso attraverso la frontiera di Trieste. Nella terza faseci si occupava di mantenere la sudditanza dei ragazzi. Per questo,si toglievano loro cellulari e documentidei quali si forniva solo una fotocopia.
Li mantenevano in precarie condizioni di nutrimenti e li minacciavano per evitare che parlassero con le forze dell’ordine. Ultima fase, lo sfruttamento.
I ragazzi, utilizzati per lo più nel Ravennate, ma in alcune occasionianche nelle province di Ferrara e di Rovigodove c’erano alcuni appartamenti, d’appoggio,venivano sistemati fuori da supermercati.