LAIA. I liberali del premier uscente Mark Rutte e i laburisti di Diederik Samsom sono stati i due partiti più votati alle legislative, in cui si rinnovavano 150 seggi della Camera.
Gli olandesi, dunque, hanno detto si allEuropa e no agli estremisti. I risultati in crescita rispetto alle scorse elezioni dei due movimenti filo europeisti hanno dato un segnale chiaro all’ultra destra di Geert Wilders crollata in queste ultime elezioni dove è arrivata con la responsabilità di aver fatto cadere l’ultimo governo.
Poco brillanti anche i risultati dell’altro partito euroscettico, i socialisti di Emile Roemer. Ora Rutte si prepara ad affrontare il prossimo mandanto. Un governo stabile dovrà essere formato al più presto nei Paesi Bassi – ha detto – io lavorerò con voi per fare uscire l’Olanda più forte dalla crisi.
Tagliate le ali alle estreme, cresciuti tutti i partiti europeisti, appaiono dunque scongiurati i timori che il voto potesse far scarrozzare l’Olanda, Paese-colonna dell’euro, verso una deriva euroscettica o addirittura antieuropeista, com’era paventato solo poche settimane fa.
Che avrebbe potuto creare un effetto-domino psicologico su altri Paesi, fra cui