Nessunagoleada, nemmeno del bel gioco. Se sul primo punto l’Italia ha accontentato il suo ct Cesare Prandelli, evitando una valanga di gol che annacquasse il senso del gioco, sul secondo lo ha deluso per almeno un tempo.
Il 2-0 col quale gli azzurri chiudono la prima tornata di qualificazione ai Mondiali 2014 ha di buono soprattutto, anzi forse solo, i tre punti con i gol di Destro al 5° e di Peluso allo scadere. La contemporanea vittoria della Bulgaria sull’Armenia proietta le due avversarie di venerdì a Sofia in testa al girone a 4 punti. Ma per dire che la nazionale ha ritrovato la sua identità, stile Europeo, la strada è ancora lunga. A parte il gol all’esordio ufficiale di Destro in apertura – arrivato forse troppo presto, a illudere che la serata si mettesse liscia liscia – e il bel secondo tempo di Insigne, Prandelli ha più motivi di riflessione.
Ne è riprova il fatto che dopo aver rivoltato la squadra rispetto a Sofia (cinque cambi e ritorno al trequartista), nel secondo tempo ha dovuto bocciare Diamanti e rimodellare ancora la squadra, con un 4-3-3. Chissà non sia questo l’approdo finale, visto il cambio di passo che ha portato. O chissà che il merito non sia di Insigne. Certo Modena meritava qualcosa di più del brutto primo tempo e degli sprazzi del secondo. La città accoglie gli azzurri con uno stadio pieno e tanto entusiasmo, mentre la piccola delegazione dei tifosi ospiti rende omaggio alle popolazioni colpite dal terremoto con uno striscione (“forza e coraggio, da Malta un abbraccio”).
La festa apparecchiata comincia nel migliore dei modi, perchè al primo affondo l’Italia va in gol. Lancio Marchisio, colpo di Destro che si infila tra i difensori centrali e dopo 5′ è già 1-0. Ma succede quel che Prandelli temeva, anzi anche peggio. La facilità del gioco toglie voglia di giocare. Il cambio di modulo imposto dalla brutta serata di venerdì a Sofia, con Diamanti dietro due punte e il ritorno della difesa a quattro, non dà riscontri. Cassani e Peluso sono troppo fragili per offrire la spinta giusta sulle fasce, mentre il trequartista del Bologna galleggia tra le linee senza trovare tempi giusti. Unico apporto, la serie ininterrotta di punizioni che procura subendo fallo su fallo dai due centrocampisti maltesi piazzati da Ghedin davanti alla difesa.
Malta fa il suo, occupando gli spazi con un 4-2-3-1 ordinato. Pirlo è marcato a uomo, a centrocampo gli azzurri giocano quasi da fermi, la circolazione di palla è una chimera. Solo Marchisio prova a vivacizzare la manovra, ma la percentuale di lanci lunghi dice che la missione bel gioco non è centrata. La partita vive così di fiammate individuali, e gli attacchi azzurri ottengono solo una sfilza di calci d’angolo (sette nella prima frazione). Al 10′ ci prova Diamanti su punizione, due minuti più tardi Osvaldo di testa sfiora il raddoppio su angolo di Pirlo. Sprazzi di gioco al 16′, quando ancora Marchisio lancia in profondità Osvaldo che si infila bene, ma è anticipato una frazione prima della battuta a rete dall«italianò del Latina Ajus. Malta si merita applausi di incoraggiamento per il pallonetto da centrocampo col quale capitan Mifsud, unica punta, prova a beffare Buffon. Ma è attorno alla mezzora che il capitano è davvero impegnato da un tiro da fuori di Sciberras.
Se anche Pirlo sparacchia alta una punizione, vuol dire che la serata è senza genio. Così alla ripresa Prandelli cambia di nuovo. Fuori il deludente Diamanti, dentro Insigne, all’esordio azzurro. L’Italia si veste di un 4-3-3, terzo modulo in due partite. Il piccolo attaccante Napoli ravviva l’azione, con un dribbling secco a sinistra in apertura crea la palla gol per Osvaldo. Sono soprattutto il piglio e il dinamismo azzurri ad essere diversi. Così nel primo quarto d’ora Nocerino si trova due volte da solo in area a destra, ma sul cross al centro c’è l’uscita del portiere Hogg. Insigne incanta con doppi dribbling in area al 15′, peccato sull’ultimi si allunghi troppo il pallone. C’è anche lo spazio per un brivido difensivo, quando Osvaldo perde palla a centrocampo e il difensore Dimech è lasciato solo fino al tiro dal limite, alto. Ci prova allo stesso modo, al 23′, Marchisio e il suo sinistro teso meriterebbe miglior sorte. È comunque dal suo lato del campo che l’Italia si rende più pericolosa. Insigne è un pericolo costante, gli manca solo la precisione dell’assist ma gli spazi se li crea sempre. Intanto il pubblico di Modena chiede Pazzini e Prandelli lo accontenta richiamando Osvaldo.
È ancora Destro alla mezzora a rendersi pericoloso, sul lancio in profondità di Nocerino che Ajus e il portiere Hogg vanno a contrastare a due metri dal possibile raddoppio. A questo punto l’Italia si specchia perfino troppo nella limpidezza delle sue azioni, come Pazzini che un attimo dopo di tacco prova il gol su assist di Insigne. Ci pensa Schembri con un dribbling in area azzurra che ne lascia tre di stucco a ricordare alla squadra di Prandelli che la partita non è per niente chiusa. Scampoli di partita per Giovinco, che al posto di Destro si piazza dalla parte opposta di Insigne per aprire il gioco anche lui. Neanche le uscite a vuoto del portiere Hogg sembrano bastare per arrotondare il risultato, e quando al 2′ di recupero Pazzini lo scavalca in pallonetto ma si mangia il raddoppio a porta vuota sembra davvero finita. Fino alla girata di testa di Peluso all’ultima giocata, che decreta il 2-0 finale.
“È un risultato deludente? Il secondo tempo abbiamo fatto bene, è chiaro che se non arriva il secondo gol si complica tutto. Nel finale abbiamo segnato la seconda rete che ci ha tranquillizzati. Settembre è un mese storicamente difficile per la nazionale, i ragazzi non sono al top della forma”. È questo il commento a caldo del ct Cesare Prandelli, dai microfoni di RaiSport. “Nella ripresa siamo stati molto più ordinati – continua Prandelli – e con l’ingresso di Insigne ci siamo schierati larghi. Torno su un vecchio discorso, non voglio trequartisti ma calciatori che sappiano attaccare lo spazio. In Armenia tra un mese avremo maggiore brillantezza». Secondo il ct, «dobbiamo insistere su alcuni punti come il gioco e la profondità. Nel secondo tempo oggi siamo stati più ordinati. Ci sono state delle situazioni che vanno lette e da queste impareremo. Le due punte possono far fatica, anche il trequartista senza spazi fa fatica”. Chiusura su Criscito: “La sua posizione è stata archiviata? Sono felice per lui”.