NAPOLI. “Ci ritroviamo nella condizione che Fiat non dice quali sono gli investimenti, quali prospettive ha e se intende progettare nuovi modelli, che sarebbe la cosa necessaria.
Sostanzialmente dice ciò che aveva usato per la chiusura di Termini Imerese e cioè che bisogna produrre in Italia per gli Usa. Resta un grande punto interrogativo sul futuro della Fiat”. Lo ha detto la leader della Cgil, Susanna Camusso, intervenendo a Napoli a conclusione della festa Cgil e rispondendo alle domande del direttore del Mattino, Virman Cusenza.
“In Europa – secondo la Camusso – c’è una sovrapproduzione di auto, in Asia anche. È vero anche negli Usa, tant’è che molte Case stanno pensando a come riorganizzarsi, ma la Fiat sta affrontando il tema della perdita delle quote nel mercato europeo. Perde clienti e quello spazio non sparisce ma viene preso da altri produttori europei. La Fiat non dovrebbe dire che c’è sovrapproduzione, perchè già lo sappiamo ma con che modelli vuole far partire la ripresa. Mentre le altre Case automobilistiche hanno messo in campo nuove offerte e hanno difeso così le loro quote di mercato, la Fiat ci dice che riprenderà a investire quando c’è la ripresa. A quel punto tutti avranno i prodotti sul mercato e la Fiat ci venderà quei modelli della Chrisler stilizzati che non è detto che abbiamo particolare successo”.
“Gli incentivi, se sono sul prodotto – ha aggiunto il segretario della Cgil – abbiamo visto che non sono particolarmente efficaci. La politica degli incentivi non c’è. Ho l’impressione che Marchionne voglia gli stessi incentivi che ha avuto in Serbia. Che il governo paghi lo stabilimento. E allora non capisco perchè bisognerebbe farlo con Fiat. Penso che la Fiat non è un’azienda in crisi ma che abbia scelto di non investire in Italia”.
“Un Paese che alla Fiat ha dato tanto – ha concluso la Camusso – merita che una parte di quella liquidità venga investita qui. Se c’è una politica di incentivi da fare, deve incentivare una maggiore qualità del prodotto. Se la Fiat decidesse di investire in ricerca per avere nuove motorizzazioni straordinarie e chiedesse al governo di partecipare a questa ricerca, penso si debba farlo”.
“Sulla produttività il governo non ha mai parlato di accordo, ma ha detto alle parti sociali “fate voi”. Se il governo volesse fare un accordo dovrebbe darci un po’ di risposte su cosa intende fare in termini di politica economica” ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, intervenendo a Napoli alla festa della Cgil. “Io sarei invece molto interessata – ha precisato – a fare un accordo con il governo che riguardi la detassazione delle tredicesime, gli interventi di politica industriale, che riguardi la cassa integrazione in deroga per il 2013 non per la Fiat ma per l’universo delle imprese, ma non mi pare che il governo abbia questa attidutine”.
“Abbiamo avuto una parentesi bisogna tornare alla normalità, cioè al voto dei cittadini e alla politica che si assume le proprie responsabilità e bisognerebbe fare una campagna elettorale nella quale invece di citare quello che hanno o non hanno fatto si dice cosa si vuole fare perchè il problema è che il riformismo di questo governo, che non è riformismo ma rigore tagli, è una parte del problema e non della soluzione del problema – ha detto Susanna Camusso – Vorrei capire – ha concluso – cosa pensano di fare sulla questione fondamentale: mi auguro che ci sia almeno un programma nel quale si dice che bisogna utilizzare le risorse, le intelligenze e le capacità per creare lavoro, altrimenti il Paese non esce dal tunnel in cui si trova. Trovo stralunato discutere del Monti bis quando nessuno mi ha ancora detto qual è il programma del Monti uno”.
Intanto il vertice Monti-Marchionne lascia freddi anche i sindacati. “Ci sembra che non sia cambiato nulla rispetto al giorno prima”, è il commento del segretario generale della Cgil Susanna Camusso intervistata a Napoli dal direttore del Mattino Virman Cusenza. “La Fornero aveva preannunciato un incontro con le parti sociali subito dopo quello che si è svolto ieri – ha aggiunto – credo sia il caso di accelerare i tempi e invitare all’incontro anche l’azienda”.