BOLOGNA. Il Tribunale di Sorveglianza di Bologna ha negato la detenzione domiciliare ad Annamaria Franzoni, condannata a 16 anni di reclusione per lomicidio del figlio, Samuele Lorenzi, perché decaduta dalla potestà genitoriale.
La donna, secondo i giudici, non sarebbe in grado di accudire i figli. La Franzoni aveva chiesto di scontare a casa il residuo della pena per assistere uno dei due figli.
Già a fine luglio la Cassazione aveva negato alla donna la possibilità, per almeno i prossimi quattro anni, di poter usufruire di permessi premio per uscire dal carcere di Bologna dove è reclusa.
Il motivo era la gravità del reato commesso e le regole fissate dall’ Ordinamento penitenziario nei confronti dei detenuti pericolosi. Secondo la prima sezione penale della Suprema Corte, a carico della Franzoni opera il principio della preclusione temporale, in relazione alla pena finora espiata, per poter provare a chiedere di trascorrere tre giorni al mese con la famiglia.
Per i reati gravi come quello per il quale è stata condannata rilevava la Cassazione, i detenuti, al pari di chi viene condannato per mafia e terrorismo, devono aspettare di aver scontato in carcere almeno metà della pena.
Rispetto ai sedici anni ai quali ammonta la condanna, la Franzoni deve scontare ancora dodici anni e tre mesi. Quindi dovrà attendere circa quattro anni per tentare di uscire dalla cella.