“Ingroia morirà”, la telefonata di minacce al tribunale

di Mena Grimaldi

 PALERMO. “Ingroia morirà”. Sono state queste le parole che hanno gelato il sangue all’operatore del centralino del palazzo di Giustizia di Palermo.

La telefonata anonima è arrivata nella mattinata di mercoledì, dall’altra parte della cornetta un uomo con un marcato accento siciliano che ha minacciato di morte il magistrato Antonio Ingroia.

In seguito all’episodio sono stati rafforzati i servizi di sicurezza e la scorta al magistrato e la Procura di Caltanissetta ha aperto un’inchiesta.

Ingroia,in prima linea nella lotta alla criminalità organizzata del capoluogo siciliano, da alcuni mesi è nell’occhio del ciclone anche per l’inchiesta, da lui coordinata, sulla presunta trattativa tra lo Stato e la mafia e per il caso del conflitto di attribuzione sollevato dal presidente Napolitano, a seguito della trascrizione, da parte dei pm di Palermo, di alcune conversazioni telefoniche del capo dello Stato.

Ma la telefonata non ha allarmato più di tanto lo stesso magistrato che ha riferito: “Non è la prima volta e non sarà l’ultima. Non sono preoccupato più di quanto non lo sia normalmente. Il mio lavoro prosegue come sempre”.

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