Milano, la fondazione “Asilo Mariuccia” festeggia i 110 anni

di Redazione

il generale De Milato MILANO. Grande festa per i 110 anni della nascita della Fondazione “Asilo Mariuccia”. Ciò è avvenuto alla presenza della vicesindaco di Milano, Maria Grazia Guida, e del generale Camillo de Milato, presidente dell’istituzione, …

… il quale, nel prendere la parola, ha affermato: «Questa Fondazione è un’istituzione preziosa per il territorio lombardo in quanto è volta a salvare le fanciulle da genitori, mariti e conviventi violenti, protettori infami. Essa è stata fondata da Ersilia Bronzini Majno, una delle protagoniste dell’emancipazionismo milanese di fine Ottocento. Attraverso l’impegno a favore dei ceti più disagiati, con alcune donne della Milano-bene, aveva dato vita al “femminismo pratico” ma, nel 1902, dopo il dolore subito per la morte della figlia Mariuccia di soli tredici anni, fondò l’Asilo Mariuccia, divenuta poi l’attuale Fondazione.

Mi ha colpito sapere che Mariuccia in punto di morte ha lasciato alla madre il testamento verbale: aiutare, sorreggere e amare le ragazze abbandonate o messe sulla cattiva strada, per le quali la vita è supplizio ben peggiore d’una precoce morte. Ersilia eseguì, religiosamente, il testamento, superando ostacoli insormontabili.

E ora, a distanza di ben 110 anni, possiamo affermare che tutto ciò è diventato realtà. Infatti, la Fondazione non ha scopo di lucro e opera esclusivamente per fini di solidarietà sociale. Offre assistenza sociale e socio-sanitaria a minori. Porge pronta accoglienza a minorenni di ambo i sessi, bisognosi di ricovero immediato, dei quali, prima di decidere sul definitivo accoglimento o su altri modi di assistenza, occorre studiare il carattere e le necessità tenendo conto dell’ambiente di provenienza. Accoglie in strutture residenziali aventi strumenti di osservazione e pedagogici, soggetti minorenni, maschi e femmine, con disturbi della vita affettiva e della socialità, che presentino problemi di disadattamento o turbe del carattere o del comportamento, e debbano essere allontanatida ambienti familiari considerati, per le loro norme di vita,affettivamente o socialmente carenti o patogeni.

 Ha lo scopodieducare e di dare insegnamento professionale, a scuola, presso terzi o con laboratori interni,a minorenni a rischio a seguito di incuria o maltrattamenti o provenienti da ambienti familiari riconosciuti incapaci di adeguarsi a principi educativi e morali necessari per una crescita del soggetto nel rispetto delle norme della vita civile. Promuove e cura l’assistenza dei minori anche dopo la loro dimissione e ciò sia mediante l’istituzione di servizi di cura ambulatoriali, pensionati, comunità alloggio o analoghe organizzazioni, sia in ogni altra forma che ne favorisca l’inserimento nella vita civile e del lavoro. Si occupadi compiere a favore degli assistiti anche le pratiche legali che fossero richieste dalla specificità dei casi.LaFondazione provvede nei limiti dei propri mezzi.

Ringrazio la nostra vicesindaco che ha voluto onorarci della sua presenza. Ho constatato che è una donna che parla la nostra stessa lingua in quanto nel percorso della sua vita ha lavorato come assistente sociale specialista in diversi servizi pubblici socio-sanitari della Provincia e del Comune di Milano, si è occupata di consultori familiari, di affidi, di interventi nel penale minorile e nell’area dedicata all’infanzia.

E’ stata responsabile di progetti nei settori minori e giovani dell’amministrazione Comunale, ha gestito i servizi territoriali diurni e domiciliari rivolti alla popolazione anziana del Comune di Milano, ha collaborato con Don Virginio Colmegna nella Caritas Ambrosiana e presso il consorzio Farsi Prossimo e, insieme a Don Colmegna, ha aperto la Fondazione Casa della Carità di Milano. Si sta occupando delle emergenze urbane, delle gravi situazioni di marginalità e di progetti volti a favorire la coesione sociale.

Ringrazio i miei collaboratori facente parte del Consiglio d’Amministrazione Tiziano Barbetta, Mario Furlan, Silvia Lillia Gardino e Diego Montrone, il Direttore Maurizio Faini, i responsabili i poli Bruno Campagnani e Mariangela Mezzopane, nonché tutti gli educatori che quotidianamente prestano la loro opera a favore delle mamme con minori o ai minorenni. Ringrazio tutti gli intervenuti ed i Presidenti di altre Fondazioni o Associazioni di volontariato e solidarietà che hanno voluto testimoniare la loro vicinanza ad un Ente che lega il suo nome alla città di Milano. Mi piace pensare che se oggi Ersilia Bronzini Majno fosse stata presente, sarebbe stata contenta di vedere l’esito che ha raggiunto la sua fondazione».

Ha poi preso la parola la vicesindaco Maria Grazia Guida: «Mi fa piacere d’essere qui a festeggiare questo compleanno che è un importante traguardo sociale. Questa fondazione è un gioiello che andrà ancora più valorizzato in modo che possa essere messo a disposizione degli altri. Questa è una delle realtà lombarde che hanno fondato donne che avevano un patrimonio e l’hanno messo a disposizione dell’umanità. Ora tocca a noi riprogettarla per rilanciare un futuro migliore per chi ha subito oltraggi e violenze alla propria persona, pertanto, ci dobbiamo occupare fattivamente per offrire loro una risorsa di vita migliore. So quanta fatica costa questo impegno senza che, peraltro, si abbia una ricompensa economica. La ricompensa più bella è quella di vedere queste giovani donne sorridere, ciò mi fa pensare a una loro seconda nascita».

Una giovane mamma, fino a pochi giorni fa ospite del Centro di Via Loria, tra le lacrime e i singhiozzi, ha ringraziato tutti i membri, la Fondazione per averle fatto superare le sue remore a credere ancora in una vita da vivere senza violenza, per averla fatta uscire dalla Comunità risanata insieme alla sua bambina e per averla aiutata nell’inserimento lavorativo.

Poi, con molta dignità, sempre tra le lacrime, ha letto questa significativa lettera da lei stessa scritta sulla base della sua esperienza nella comunità: «I primi giorni qui dentro ho pensato di essermi fregata con le mie stesse mani. Ho pensato di aver finito di vivere già a soli trent’anni. Ho pensato che i peccati si pagano su questa terra e non all’inferno. E per me è stato un inferno. L’ho vissuta come un castigo divino per tutto il male che avevo procurato a mia figlia di soli tredici mesi. Ho pianto, ho pensato di scappare, ho odiato tutti, ho odiato me stessa. Non avevo il coraggio di guardarmi allo specchio. Ho pensato che sarei marcita qui dentro. Non mi fidavo di nessuno. Anzi, più mi dicevano di fidarmi, più non lo facevo. Troppi calci nel “sedere” dalla vita ti portano a questo, a vedere il male ovunque e in chiunque. Sono estranei. Chi li conosce? Non mi conoscono. Io non sono quello che loro pensano. Queste cose mi assillavano e mi facevano vedere il marcio ovunque, ancora di più. Una mattina, all’ennesima frase “Fidati di me” sono scoppiata. Avevo deciso di mettere la mia vita nelle loro mani. E così ho fatto. Oggi mi guardo indietro e mi vedo quando sono entrata la prima sera, accompagnata dalla polizia, perché il padre di mia figlia mi aveva picchiata per l’ennesima volta, finendo in ospedale per l’ennesima ma ultima volta. Mi guardo ora e sono fiera di me stessa, di tutto il lavoro che sono riuscita a fare insieme con loro. Ora riesco a guardare mia figlia negli occhi e non ho più paura che un giorno potrà odiarmi . Mi dicono di scegliere…, io ho scelto. Ho scelto la forza di andare avanti, la voglia di tornare a vivere, la voglia di amare me stessa e chi mi circonda. Ho scelto di cambiare il futuro di mia figlia e il mio. Domani mattina il mio percorso finirà, ma continuerò a frequentare la comunità per controllarmi e perché così non sono del tutto sola. Mi fermo e penso……Ne è valsa la pena. Almeno ho capito le mie qualità. Quella gente che chiamerete “rompic…..” sarà la luce che squarcerà le vostre nuvole nere e le attraverserà, quelle nuvole nere che vi hanno impedito di essere felici di vivere. Fidatevi! E’ vero, ogni progetto è a sé, ma la forza di volontà è uguale per tutti, e quando pensate il male, fatevi aiutare da loro che vi apriranno un’altra porta. Oggi sono felice di aver sofferto così tanto stando in comunità, oggi posso dire di essere cresciuta e cambiata. Ma soprattutto posso dire che esco dalla comunità con mia figlia! Fidatevi! Buona fortuna a tutte le mamme e non smettete mai di credere in Voi! Ma soprattutto fatelo per i vostri figli…. Vi voglio bene staff! Grazie».

Ho voluto trascrivere integralmente questa lettera perché è più eloquente delle mie parole. Molto commossa, fino alle lacrime, ha preso la parola la dott.ssa Rosanna Giordanelli, responsabile della Comunità di Via Loria: «Crediamo nel nostro lavoro e, quando vediamo che molti di loro si recuperano, ci sentiamo molto orgogliosi perché verifichiamo che il nostro compito non è stato inutile. Questo è un’attività che riempie le giornate e la vita; siamo coinvolti fattivamente e mentalmente 24 ore su 24 e per 365 giorni all’anno perché, anche quando non siamo in servizio, il nostro pensiero è sempre rivolto alle persone cui accudiamo e tutto quello che facciamo è finalizzato al bene sociale».

Il dottor Maurizio Faini, direttore della Fondazione da dieci anni, anche lui molto emozionato, ha così affermato: «Cerchiamo di instaurare una relazione tra educatori e ospiti perché il nostro lavoro, il progetto educativo è basato su questo presupposto e sulla relativa fiducia. La storia di questi 110 anni documenta quante anime sono state aiutate, sanate, quantaassistenza sociale si è provveduto a portare avanti con gli assistenti sociali, assistenza intesa a costituire intorno agli ospiti un ambiente familiare, attuando percorsi educativi che abbiamo portato avanti, tutti finalizzati a far acquisire ad ogni ospite una sufficiente autonomia ed una responsabilità di comportamento tali da consentire loro un buon inserimento sociale».

I nuovi amministratori, in primis il neo Presidente Camillo de Milato che, collateralmente a questo incarico, si sta occupando anche della Fondazione “Antibullismo”, si stanno prodigando con maggiore intensità per il recupero delle bambine e delle adolescenti “traviate”, vittime cioè di violenze sessuali, o già avviate sulla strada della prostituzione, dedicandosi anche ai problemi legati alla delinquenza minorile, soprattutto puntando sul reinserimento sociale attraverso la formazione e il lavoro.

Infine, visitando le comunità e parlando con le ospiti, ho verificato con immensa gioia che, in queste strutture, dopo le “spine” fioriscono le “rose”: le ho viste, sorridono, rifioriscono, rinascono perché si sentono amate e aiutate a ricostruire la loro vita. E’ quanto continuerà a perseguire con maggiore intensità il generale Camillo de Milato che si è sempre interessato di volontariato, di essere utile al mondo civile.

Anche l’incarico presso la Fondazione Asilo Mariuccia lo sta portando avanti con grande passione e vorrebbe formare un Comitato dei Benemeriti nutrito e corposo. In questo momento di crisi, il generale fa appello a tutte le associazioni di rimboccarsi le maniche e mettersi a disposizione del volontariato e confida nelle donazioni perché ritiene importante sostenere la Fondazione Asilo Mariuccia affinché continui ad aiutare i ragazzi, i bambini e le loro mamme, senza dimenticare i profughi. Purtroppo sto scrivendo solo un articolo e non posso dilungarmi oltre, ma spero di aver messo in luce la “mission” della Fondazione.

A questo proposito si trascrivono le coordinate per chi ha desiderio di donare: Bollettino postaleConto corrente postale intestato a: Fondazione Asilo Mariuccia Onlus – Via M. Loria,77 – 20144 Milano- Poste italiane Spa c/c 50374206 – oppure conbonifico bancario – Fondazione Asilo Mariuccia ONLUS – Codice Fiscale: 80102590157 – Banca Intesa San Paolo Spa – Via Verdi, 8 – 20100 – Milano – (IBAN) IT13R0306909400000000349972 – CIN R – ABI03069 – CAB 09400 – c/c 349972».

Principia Bruna Rosco

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