Roma, espulsi due sospetti terroristi: lavoravano per la jihad

di Mena Grimaldi

 ROMA. “Avevano cominciato attività di proselitismo e propaganda al jihad nella comunità libica, per reperire materiale per commettere attentati contro interessi occidentali”.

Questo quanto dichiarato dagli inquirenti dei due sospetti jihadisti, di 26 e 28 anni, espulsi dall’Italia legati alle formazioni armate di matrice salafita che operano in Libia. I due, che si trovavano a Roma, sono stati seguiti dagli operatori della Sezione Antiterrorismo della Digos, che ne hanno monitorato gli spostamenti. Giovedì e sabato scorsi sono stati arrestati.

Gli stranieri sono stati perquisiti dalla Digos e attualmente è al vaglio del materiale informatico trovato loro. Gli stranieri sono stati immediatamente accompagnati all’Ufficio Immigrazione della Questura che ha notificato il provvedimento di espulsione emesso dal Ministro dell’Interno Rosanna Cancellieri e ha organizzato l’accompagnamento in Libia, già eseguito.

Entrambi erano giunti in Italia da alcuni mesi per essere sottoposti a cure perché feriti durante il conflitto in Libia ed erano ospitati in alberghi della capitale.

Ad insospettire in particolare gli investigatori sono stati “i comportamenti dei due libici in concomitanza con le proteste nel mondo arabo per la diffusione del noto filmato blasfemo ed, in particolare, dopo i fatti di Bengasi, con l’assalto al consolato degli Stati Uniti, con la morte dell’Ambasciatore Stevens”.E in effetti è emerso che preparavano un vera vendetta per il film “anti-Islam” che ha infiammato Bengasi.

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