Yara: si indaga sul dna trovato a Gorno

di Mena Grimaldi

 BERGAMO. Un dna isolato sul francobollo di una vecchia patente. Così è stato identificato quello che potrebbe essere il padre del presunto assassino di Yara Gambirasio, la tredicenne trovata morta nel 2011 in un campo di Chignolo d’Isola.

L’uomo, deceduto nel 1999 a 61 anni, viveva a Gorno con moglie e due figli. Ma nessuno dei dna dei due figli corrisponde alle tracce genetiche ritrovate sui leggins della giovane ginnasta uccisa. L’uomo, dunque, potrebbe avere un figlio illegittimo.

E’ questa l’ultima novità trapelata dall’inchiesta. Gli inquirenti sembrano convinti di questa pista, tanto che si sta scavando nella vita privata dell’uomo e sembra che siano state già convocate alcune donne del luogo. Chi indaga, infatti, sta ricercando anche il dna della madre.

Al sessantunenne ormai deceduto gli inquirenti sono arrivati, come racconta il Corriere della Sera, partendo da un giovane frequentatore della discoteca “Sabbie Mobili” che si affaccia sul campo di Chignolo d’Isola accanto a quello in cui, il 26 febbraio del 2011, è stato ritrovato il corpo di Yara.

Il suo dna presenta interessanti punti di contatto con il profilo genetico isolato sugli slip e sui leggings della tredicenne uccisa. Da lui, gli esperti sono risaliti ad alcuni familiari, in particolare a tre fratelli originari di Gorno, uno dei quali deceduto. Analizzando la sua saliva, sul francobollo di una vecchia patente, gli esperti hanno trovato una compatibilità quasi completa tra i dna.

La ricerca dunque, nonostante si continui a prelevare il dna a tutti gli intestatari dei cellulari che hanno agganciato il ripetitore di Chignolo quel giorno, sembra essere tutta concentrata alla ricerca di un figlio illegittimo dell’uomo.

Scrivici su Whatsapp
Benvenuto in Pupia. Come possiamo aiutarti?
RedazioneWhatsappWhatsApp
Condividi con un amico