Il “mistero” del Capannone

di Nicola Rosselli

 AVERSA. I giovanissimi non ne hanno mai visto gli interni, ma gli aversani ultraquarantenni ricordano con affetto e orgoglio il glorioso “Capannone”, teatro delle memorabili gesta di Falchi e Cuel confluiti nella Virtus, assurta all’olimpo pallavolistico nazionale.

Quel “Capannone” che, ubicato all’interno di un complesso immobiliare più vasto, il vecchio Consorzio Canapa, l’amministrazione comunale ha deciso di comprare dalla Regione Campania in un recente passato per farvi una palestra polivalente. Ma di quel “Capannone” non si sono mai più aperte le porte, mentre il commerciante di articoli igienico-sanitari che è in coabitazione con il comune fa la parte del leone, rendendo, di fatto, non fruibile quell’immobile. Una situazione che va avanti da tempo e che la politica cittadina, di destra e di sinistra, sembra non voler affrontare o, per essere buoni, sembra essersene dimenticata. Quasi una sorta di timore reverenziale non si capisce contro chi, visto che è in gioco un bene collettivo.

A riportare sul tavolo della discussione l’argomento diverse interrogazioni e mozioni del consigliere comunale indipendente Paolo Santulli. Quest’ultimo, già deputato centrista, aveva presentato nello scorso mese di giugno una mozione che, però, non si riesce a discutere. Di fatto, la discussione è stata rimandata tre volte per assenza dello stesso Santulli. A chi gli chiede di conoscere il mistero che si cela dietro questa situazione l’ex onorevole parla di problemi di salute che, in effetti, ci sono.

Ma c’è anche chi afferma che Santulli non si presenta in aula per timore che quella mozione, con la quale si vuole chiudere la vicenda con l’acquisizione definitiva al patrimonio comunale dell’immobile, possa trasformarsi in un boomerang, perché sarebbe pronta una maggioranza composta da consiglieri Pdl, Udc e Noi Aversani pronti a dire che il “Capannone” non interessa più nessuno e che costa tanto. A questo punto Santulli starebbe cercando, su delega del sindaco Sagliocco, di smuovere le acque presso la Regione Campania, proprietaria dell’immobile. Tra chi è indicato come contrario c’è l’attuale consigliere Pdl Michele Galluccio. Quest’ultimo non fa mistero sulla propria posizione e afferma: “Non c’è nulla da nascondere.

Cinque ani fa, insieme ad altri consiglieri, votammo contro l’acquisizione di questo immobile. Al di là del valore affettivo, il Capannone costa troppo. Non possiamo permetterci di spendere un milione e mezzo di euro complessivamente per avere una palestra di quartiere poco funzionale, considerato che i servizi igienici si raggiungono solo uscendo fuori dalla struttura. Nessun privato farebbe un investimento di questo tipo, al di là di quella che poi sarà la sorte del Capannone”.

Posizione legittima, ma che, all’epoca, fu sonoramente sconfitta. Contrario alla mozione, ma per opposti motivi, anche il consigliere Pd Marco Villano che l’ha definita “inutile, perché il consiglio si è già espresso per l’acquisizione e il possesso non si è mai determinato per inadempienze della passata amministrazione comunale, nonostante avessimo già speso circa 500mila euro”.

Ad oggi il mistero aleggia sul Capannone che rischia di essere fagocitato dalle attività della ditta di igienici che è presente nell’area. Forse è per questo che Santulli ha chiesto di sapere ”se esiste un contratto per l’occupazione di suolo pubblico realizzata da “terzo” con la realizzazione di cartellonistica pubblicitaria” e, in maniera provocatoria, “se non fosse più dignitoso e meno ipocrita per tutti porre fine in modo definitivo a questa telenovela”.

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