AVERSA. Lamore per la propria terra, delle proprie tradizioni, ma anche il desiderio di viverci bene, con dignità, con libertà aspirando a concorrere a concorsi che si realizzassero finalmente nel rispetto delle regole, …
… una società in cui la meritocrazia deve prendere il posto del clientelismo, un luogo insomma in cui la normalità non costituisca uneccezione. Questo quanto gli alunni del Liceo Pedagogico Niccolò JommellI hanno inteso trasfondere in un opuscolo sulla legalità che ha fatto da base ad un incontro che ha visto, tra gli altri, la presenza del procuratore della Dda di Napoli Federico Cafiero De Raho.
E stata una scelta mirata ha detto la dirigente scolastica Rosa Celardo far coincidere lapertura ufficiale dellanno scolastico con la presentazione del progetto Pon C3 Le(g)ali al sud. La presenza poi di tanti e autorevoli ospiti civili, militari e religiosi ha testimoniato la valenza della tematica e limpegno del liceo di diventare Un presidio di valori e legalità.
Una vera e propria lezione educativo-sociologica è venuta dallintervento del procuratore De Raho che ha introdotto il concetto della libertà strettamente legato a quello della legalità. Vivere in una società in cui ognuno fa il proprio dovere in cui lindividuo sa di poter contare su una legalità diffusa dalle piccole cose alle grandi, è quello a cui devono aspirare i giovani. Non cè mai libertà, né di pensiero, né di azione quando si è sotto il giogo della camorra che impedisce di esprimere persino le proprie emozioni.
Il magistrato, poi, richiama alla memoria un evento simbolo della lotta alla camorra nellagro aversano: il giorno della morte di Don Peppino Diana, uno dei giorni più tristi della mia carriera, non solo per la morte del prelato, ma per latteggiamento omertoso dei cittadini casalesi, che avevano lasciato il giovane prete solo in chiesa, poche persone presenti e nessuno aveva visto o sentito nulla.
De Raho, giovane procuratore, ammette di aver visto solo nei film western quelle scene di cittadini nascosti dietro le tende a spiare, forse impauriti o indifferenti. Per fortuna oggi le cose sono cambiate e sono stati proprio i giovani a cambiare questa società in cui era così radicata lomertà e la connivenza.
Sono stati proprio i giovani a trasformare le tante case dei camorristi in siti di pubblica utilità, progetti che sono stati presentati alla biennale di Venezia e di cui giustamente va fiera la vicepreside della facoltà di architettura la dottoressa Danila Iacazzi, la quale ha raccontato una sua personale esperienza riportando la vicenda di un alunno della sua università, figlio di una vittima della camorra, che, in seguito ad un convegno sulla legalità in cui era presente anche allora il procuratore de Raho , aveva riconquistato fiducia nei confronti del Sud e della terra dove abitava e che stava per abbandonare.
Toccante lintervento del dottor Valerio Taglione, referente provinciale di Libera, che ha riportato alcune frasi delle alunne che hanno composto lopuscolo presentato e che avevano spiegato il motivo della scelta di quel progetto sulla legalità, tante motivazioni, ma il tema ricorrente era lamore per la propria terra.
Alliniziativa hanno partecipato anche: il vescovo di Aversa Angelo Spinillo, lassessore alla cultura della provincia di Caserta Cincotti, il tenente colonnello del reparto territoriale carabinieri di Aversa, Vitagliano, il dottore Falco, dirigente dellufficio scolastico provinciale, e il dottor Grevasio dellufficio scolastico regionale della Campania e naturalmente il sindaco Giuseppe Sagliocco. Gli alunni del liceo aversano saranno il 17 novembre prossimo a Firenze a dieci anni dalla scomparsa del giudice Caponnetto al vertice in difesa della legalità e della giustizia sociale.