NAPOLI. Alla fine si è dimesso Luigi Cesaro. Il presidente della provincia di Napoli ha però scelto un’altra strada che prevedeva un passaggio precedente: la decadenza per incompatibilità dall’incarico.
La maggioranza di centrodestra in Consiglio provinciale ha infatti approfittato della mozione di incompatibilità tra il ruolo di presidente e di deputato, presentata dal capogruppo di Fli Giovanni Bellerè, che ha infatti raccolto 26 voti favorevoli e 12 contrari. In aula 38 consiglieri.
La decisione del parlamentare del Pdlsarebbelegata alla volontà di ricandidarsi alle prossime elezioni politiche di aprile 2013 senza incorrere nel rischio dell’ineleggibilità, dato che per legge sindaci e presidenti di Provincia devono lasciare l’incarico amministrativo almeno sei mesi prima delle elezioni politiche per potersi candidare.
Queste le sue motivazioni ufficiali: “Il mio è un atto che intende testimoniare l’estrema difficoltà, se non addirittura l’impossibilità di amministrare un ente quale la Provincia, che è stato colpito da severissime e assurde misure di spending review”. “La determinazione dei tagli, che verranno comunicati nella prossima settimana dal Governo – ha detto Cesaro – colpirà inevitabilmente i servizi che la Provincia amministra sul territorio e le società partecipate ad essa collegate. Per il presidente si profilano solo due possibilità: o tagliare posti di lavoro e i servizi per i cittadini, o sforare il patto di stabilità, rischiando di portare l’ente al dissesto. Alternative per me assolutamente inconcepibili visto che durante la mia amministrazione ho avuto due priorità assolute: garantire il lavoro ai nostri dipendenti ed attuare una politica finanziaria dell’ente sana, rigorosa e virtuosa”.
Dopo Edmondo Cirielli, deputato e presidente della Provincia di Salerno, che peró ha optato per la decadenza dall’incarico, anche Cesaro molla gli ormeggi. Cosimo Sibilia, senatore Pdl e presidente della Provincia di Avellino, si sarebbe concesso qualche altro giorno per decidere se e quando dimettersi. Così il senatore e sindaco di Afragola, Enzo Nespoli, anche lui del Pdl. Sulla strada delle dimissioni pure due sindaci: quello di Avellino, Galasso, del Pd, e di Giugliano, Pianese.
E non solo in Campania: anche gli altri presidenti-parlamentari delle province di Milano (Guido Podestà del Pdl), Asti (Maria Teresa Armosino del Pdl) eBiella (Roberta Simonetti della Lega) hanno optato per le dimissioni. Decisioni che sarebbero legate, inoltre, alla nuova ripartizione delle province (alcune che saranno annesse, altre che scompariranno) e allistituzione delle città metropolitane.