CARINARO. Spaccio di hashish in piazza a Carinaro sotto gli occhi dei carabinieri appostati in auto civette e in alcuni negozi della zona.
Piazza Trieste sotto assedio da parte dei militari del nucleo radiomobile di Aversa, coordinati dal tenente Flavio Annunziata. Agli occhi dei carabinieri è balzato subito allocchio landirivieni di auto che seguono tutte lo stesso iter: sostano in piazza rimanendo a bordo, si avvicinano due giovani, cè uno scambio dai finestrini e le auto ripartono. Una volta fuori dalla vista di chi è in piazza, le auto sono state fermate e gli occupanti hanno ammesso di aver acquistato delle stecche di hashish ed hanno fornito anche una descrizione dei due spacciatori. Intanto, questi ultimi si spostano a piedi da piazza Trieste e vengono pedinati da carabinieri in borghese.
Allaltezza di piazza Caduti in Guerra ai due si avvicinano due ragazzi a bordo di uno scooter che chiedono di acquistare la droga. Mentre è in corso lo scambio sotto gli occhi dei carabinieri, questi si qualificano e uno dei due spacciatori tenta di disfarsi di una custodia per occhiali che, poi, sarà ritrovata in una fioriera con dentro 20 stecche di hashish.
Bloccati, i due vengono identificati per: Mario Serra, 30 anni, di Carinaro, e A.S., 29 anni, anchegli di Carinaro, incensurato. Per loro laccusa di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Insieme alle dosi di droga, recuperati anche 250 euro trovati addosso ai due uomini.
ALTRI ARRESTI NELL’AGRO. I carabinieri aversani hanno anche tratto in arresto Cesario Marino, 43 anni, di Cesa, trovato nei militari al di fuori della propria abitazione. Per lui laccusa di evasione. Arrestato, invece, su ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla Corte di Appello di Napoli per evasione Francesco Iodice, 27 anni, di Orta di Atella, con precedenti per spaccio. I militari del nucleo radiomobile di Aversa, il 9 settembre scorso, quando Iodice era agli arresti domiciliari, ne hanno controllato la presenza presso la propria abitazione più volte nel corso della notte riscontrando che era assente. Da qui la denunzia con il successivo rapporto alla magistratura e il conseguente provvedimento di carcerazione.