CITTA’ DEL MESSICO. Stefano Scala, un italiano di 33 anni, originario di Cagliari, e residente da quasi un anno a San Luis Potosi, in Messico, scomparso dal 19 ottobre scorso, giorno del suo ultimo contatto via Skype con la madre,è stato trovato morto nel Paese centroamericano.
Astroncarlo forse un’emorragia celebrale. Nonè escluso che la sua morte sia legata all’aggressione subita alcuni giorni fa. I famigliari hanno ricevuto la telefonata dell’Ambasciata italiana in Messico, una chiamata che li ha informati della morte del loro congiunto. Il corpo di Scala si trovava in un obitorio di San Luis. ”Non aveva documenti”, ha raccontato all’Ansa il fratello Daniele.
”Probabilmente era uscito di casa per correre, come faceva ogni giorno. Non ne ho la certezza – ha aggiunto il fratello -, posso solo dedurlo da quello che scriveva sul suo profilo Facebook. Ci ha telefonato l’Ambasciata, ci hanno detto che il corpo era stato riconosciuto. E’ stata anche eseguita una autopsia”.
Gli esami del medico legale confermerebbero che la morte possa essere collegata all’aggressione subita da Stefano proprio il 19 ottobre scorso quando il 33enne aveva raccontato via Skype alla madre di essere stato aggredito da una decina di persone armate di spranghe e coltelli, mentre era fermo a un semaforo a bordo della sua auto. Il giovane era riuscito a fuggire, rifugiandosi in un farmacia, dove era stato medicato ed era sta avvisata la Polizia. Poi era tornato a casa e aveva contattato la famiglia.
”L’autopsia conferma che le cause della morte sono riconducibili a un trauma cranico con emorragia – ha detto ancora Daniele – mio fratelloè morto a seguito di quella aggressione. Quella sera aveva detto a mia madre di avere dei problemi alla vista, di non sentirsi bene a causa delle botte ricevute”.
La famiglia di Stefano Scala adesso attende di parlare con l’Ambasciata per organizzare il rientro della salma a Cagliari. ”Al momento non vogliamo pensare ad altro – ha concluso il fratello di Stefano – sappiamo comunque che la Polizia ha avviato le indagini su quanto accaduto”.