ROMA. Con 228 sì, 33 contrari (Lega e Idv) e 2 astenuti, è passata mercoledì sera al Senato la legge sulla corruzione.
Ora il ddl arriverà alla Camera dove sarà approvato senza alcun cambiamento rispetto al testo licenziato da palazzo Madama.
Per la prima volta, si affronta in modo adeguato il problema della corruzione con la finalità di prevenirla e reprimerla, ha detto in aula il ministro Paola Severino al contrario di quanto accaduto allindomani di Mani pulite quando la politica cercò invece di rallentare lazione della magistratura. Con assoluta tempestività il governo – assicura il ministro – interverrà sulla incandidabilità dei condannati a pene definitive.
E anche sul voto di scambio, annuncia ancora Severino, siamo pronti a intervenire se ci sarà una sollecitazione del Parlamento. Infine, la rivendicazione della natura del provvedimento voluto da un governo, che il ministro definisce di persone oneste, e non amici degli amici dei corrotti: questo – ribadisce – non possiamo permettere che venga detto, perché non è vero e appartiene a quelle forme di demolizione presenti nel Paese che gli impediscono di crescere.
Il Guardasigilli, per quanto riguarda i cosiddetti reati satellite, osserva che se fossero stati inseriti nel ddl anticorruzione, lo avrebbero probabilmente rallentato fino allestinzione, visti i veti incrociati tra i partiti. Soddisfazione diffusa tra le forze politiche, con leccezione dellIdv che definirebbe il ddl un salto allindietro di 80 anni che ci riporta al codice Rocco e rende la vita molto più facile ai corrotti. Diverso latteggiamento della Lega che, ha sì votato contro la fiducia, ma ha approvato nel merito il provvedimento.