PARMA. La coesione è la parola chiave di questo momento. Lo ha detto il premier Mario Monti parlando durante la visita alla Barilla in occasione dellinaugurazione dello stabilimento Barilla a Rubbiano (Parma).
E non mi riferisco al governo – ha precisato – che per questioni particolari ha una coesione maggiore di governi passati, ma al mondo politico, tanto bistrattato non sempre a torto, ma che dà prova di grande coesione.
Il capo del governo rivolge quindi a cittadini e politica un nuovo appello alla coesione per uscire dalla crisi, dando atto che il mondo ci sta guardando per come questa popolazione sta reggendo a questa prova dura e amara, dando prova dellappartenenza a un Paese che forse si sta rendendo conto che sta cambiando e cambiando per il meglio.
Vediamo la Grecia, la Spagna e anche lItalia – dice il presidente del Consiglio riferendosi alle tensioni nei paesi citati – è sottoposta a tensioni sociali rilevanti, a squilibri cui si è dovuti, anche con qualche brutalità, porre rimedio. Ci sono tensioni anche da noi – osserva Monti – ma reggiamo alla prova e non vorrei che fosse un incantesimo pronto a svanire. Faccio anzi un appello perché non svanisca. Il popolo italiano sta dando il meglio di sé.
Il mondo politico tanto bistrattato – aggiunge – non sempre a torto, sta dando prova di una coesione che non vorrei i cittadini sottovalutassero. Si tratta di quei partiti, ha sottolineato il premier, che dedicavano le loro migliori energie al tentativo di distruzione reciproca e che poi hanno saputo, in questanno, moderarsi, e concentrare, anche se con qualche disappunto, la loro capacità politica nelladottare, su proposta del governo, provvedimenti che riusciranno o falliranno ma cui le forze politiche hanno dato un grande contributo.Per tornare a crescere – prosegue il premier – cè bisogno di mobilitare tutte le energie del paese, nessuna esclusa.
Monti ha parlato poi del caso Barilla in particolare. Dal 2000 al 2010 lexport italiano di prodotti agroalimentari nella fascia qualitativa alta ha aumentato al propria quota di mercato mondiale dal 4,7 a 5,2%, ha sottolineato. Si tratta di risultati estremamente significativi confortati dai dati relativi ai primi 7 mesi di questanno, in base ai quali lexport italiano cresce in Cina, in Giappone e negli Stati Uniti, ma anche in Francia e Gran Bretagna. Ciò detto, internazionalizzazione, qualità, ricerca e innovazione sono le parole chiave per consolidare ed estendere il successo del comparto agroalimentare italiano nel mondo, conclude il capo del governo.